Il parroco: «Chi prende la multa per eccesso di velocità deve confessarsi»

Il parroco: «Chi prende la multa per eccesso di velocità deve confessarsi»
Il parroco: «Chi prende la multa per eccesso di velocità deve confessarsi»
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Lunedì 15 Gennaio 2018, 11:19 - Ultimo aggiornamento: 22:28
BIBIONE - Chi riceve una multa per eccesso di velocità deve confessarsi perché mette in pericolo la sua vita e quella altrui. A invitare i propri parrocchiani a fare ammenda dei propri peccati automobilistici è don Andrea Vena, sacerdote della parrocchia di Santa Maria Assunta di Bibione. Da oggi in città sono stati installati due nuovi autovelox fissi lungo la strada regionale 74. Il limite è di 90 chilometri l'ora ma spesso gli automobilisti, approfittando del rettilineo, vengono sorpresi anche a 200 chilometri l'ora, come accaduto qualche giorno fa.

Don Vena ha colto l'occasione per porgere ai fedeli dal bollettino parrocchiale settimanale un invito perentorio: «Visto che mi sto rivolgendo ai cristiani della comunità - sottolinea - faccio presente che violare il codice della strada, mettendo spesso in pericolo la propria e l'altrui vita, è comunque peccato di cui confessarsi». Il sacerdote sostiene di aver voluto pubblicare la notizia nel bollettino parrocchiale «con sincero spirito collaborativo nei riguardi della polizia locale, che chiede la massima diffusione, lasciando poi a ciascuno la responsabilità personale».

«La vita è un dono di Dio e metterla in pericolo con comportamenti scellerati, correndo in auto a velocità assurde, è un peccato per il quale si deve chiedere perdono»: don Andrea Vena, originario di Porcia (Pordenone), da qualche anno parroco di Bibione (Venezia), spiega così l'appello lanciato attraverso il bollettino parrocchiale a non infrangere il codice della strada, in particolare rispetto ai nuovi misuratori di velocità appena installati.

«Ho accolto l'invito del Comando dei vigili a ospitare la notizia di servizio di questi autovelox - spiega all'Ansa -, ma non mi sono limitato alla sola comunicazione istituzionale, perché mi stavo rivolgendo alla mia comunità cristiana. Il dono della vita è il più grande e prezioso che abbiamo ricevuto e va custodito in modo corretto: questo vale sia per la propria sia per quella degli altri, che chi corre come un forsennato in auto o in moto mette in pericolo. È del tutto evidente che chi sarà sanzionato dovrà confessarlo nell'apposito sacramento». Il sacerdote opera in una località di mare molto conosciuta, con fedeli che giungono da tutto il mondo e ha già avuto esperienze di ascolto di quanti hanno riconosciuto questo peccato: «capita che qualcuno più attento, sensibile e cristianamente formato, riconosca le proprie colpe in fatto di infrazioni stradali. Ho approfittato per ribadire il concetto anche ai miei parrocchiani abituali che ancora non me ne hanno mai parlato».

Don Vena fa un passaggio anche su altri comportamenti poco virtuosi: «Ho usato l'esempio delle multe stradali perché sono un comportamento immediato che arriva direttamente alle persone.
Allo stesso modo dovremmo confessare abitudini sbagliate in tema di inquinamento o di gioco d'azzardo. Il ragionamento vale sempre e per ogni trasgressione: come evadere le tasse, anche se in realtà non ho mai avuto l'occasione di ascoltare il pentimento e la richiesta di assoluzione per questo tipo di comportamento sbagliato. Ma non bisogna disperarsi: c'è sempre una prima volta». «Essere consapevoli di aver commesso un peccato - conclude - significa riconoscere di essere venuti meno ad un patto con Dio: se infrango il Codice della Strada per eccesso di velocità sto mettendo a rischio la sicurezza di tutti: mia, delle persone che trasporto, degli altri utenti, compresi pedoni e ciclisti. A maggior ragione se ricevo una sanzione che certifica questo errore, ne risponderò a Dio chiedendo perdono in confessione».
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