Funivia Mottarone, si indaga per disastro colposo: «Freni non hanno funzionato». I soccorritori: «Scene di guerra»

Funivia Mottarone, lutto cittadino a Stresa. I soccorritori: «Freno d'emergenza non ha funzionato. Sembrava scena di guerra»
Funivia Mottarone, lutto cittadino a Stresa. I soccorritori: «Freno d'emergenza non ha funzionato. Sembrava scena di guerra»
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Lunedì 24 Maggio 2021, 10:41 - Ultimo aggiornamento: 15:04

Cinque famiglie devastate dall'incidente di Stresa: l'orrore al Mottarone, dove una cabina della funivia ieri è precipitata causando la morte di 14 persone«Tutta la comunità di Stresa, particolarmente colpita da questa tragedia, sta dimostrando grande responsabilità e partecipazione», ha detto il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Enrico Giovannini, a Stresa per incontrare le autorità locali dopo l'incidente del Mottarone. Stresa, aggiunge Giovannini, «ha proclamato per la giornata di oggi il lutto cittadino».

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Da uno dei soccorritori arriva una testimonianza choc: «Sono volontario da 25 anni, e ne ho viste tante, ma mai così. Sembrava una scena di guerra», le parole del responsabile provinciale del Soccorso alpino di Verbania, Matteo Gasparini, che descrive così la scena che si è trovato di fronte. «Sono stato anche a Rigopiano - aggiunge - ma una situazione così non l'avevo mai vista».

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Oltre alla rottura del cavo, l'inchiesta della Procura di Verbania dovrà stabilire perché non abbia funzionato il freno di emergenza della cabina. «Sono tutte supposizioni, ma credo ci sia stato un doppio problema - dice Gasparini -: la rottura del cavo e il mancato funzionamento del freno di emergenza.

Non sappiamo perché non si sia attivato, mentre nella cabina a valle ha funzionato». La mancata attivazione del freno, spiega, «ha fatto sì che la cabina, dopo la rottura del cavo, abbia preso velocità, iniziando a scendere, finendo così catapultata fuori dai cavi di sostegno».

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La chiamata di emergenza è stata lanciata, intorno alle 12.15, da una persona che si trovava in zona e che ha assistito alla caduta della cabina della funivia, avvenuta un centinaio di metri a valle della stazione che sorge sulla cima del Mottarone, a 1492 metri di quota. Il tecnico del Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese nella Centrale Operativa del 118 piemontese, in stretto coordinamento con il personale sanitario, ha inviato sul luogo due elicotteri del Servizio Regionale di Elisoccorso dalle basi di Borgosesia e Alessandria, mentre l'elicottero 118 della base di Torino veniva inviato a Borgosesia e mantenuto in stand by.

Le equipe elitrasportate sul posto hanno individuato i due superstiti e hanno proceduto con le manovre di rianimazione cardiopolmonare prima di stabilizzare i due pazienti, entrambi minorenni, e trasferirli in eliambulanza all'ospedale Regina Margherita di Torino, dove uno è poi morto. Nel frattempo sono arrivate sul posto le squadre a terra del Soccorso Alpino che hanno proceduto con il recupero delle salme, con l'estrazione di quelle ancora presenti nella cabina e le hanno consegnate alle autorità di Polizia Giudiziaria per le operazioni di riconoscimento. Sono intervenuti anche carabinieri, Soccorso Alpino della guardia di finanza, vigili del fuoco e Protezione Civile.

Giovannini: grande tristezza per il Paese

«È un giorno di grande tristezza per il Paese». Così il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Enrico Giovannini, al termine dell'incontro a Stresa con le autorità locali dopo l'incidente del Mottarone. «Il Governo e tutte le istituzioni - aggiunge - sono impegnate a capire le cause, a comprendere cosa è accaduto. E, al tempo stesso, a fornire assistenza alle famiglie colpite da questa tragedia». «Le istituzioni hanno reagito in modo rapido, efficiente e coordinato». «Dall'incontro - sottolinea - è emerso lo spirito di collaborazione che ha permesso un intervento immediato».

«È importante che tutti mettano a disposizione la documentazione»: è l'appello del ministro che in merito all'incidente del Mottarone ha ribadito l'istituzione di una commissione ministeriale che, ha spiegato, «si aggiunge alle indagini della magistratura». «Le istituzioni sono direttamente impegnate per evitare che questo accada ancora e per aiutare chi è stato colpito». «Dobbiamo capire la dinamica e aiutare chi è stato colpito», ribadisce il ministro. 

Procuratore: si indaga per disastro colposo

Il sistema frenante di sicurezza della funivia del Mottarone «non ha funzionato». Lo ha detto il procuratore di Verbania, Olimpia Bossi, parlando con i giornalisti in procura a Verbania. «Il cavo era tranciato a terra e il sistema di freni di sicurezza pacificamente non ha funzionato, perché la cabina si sarebbe bloccata. Perché questo si sarebbe verificato è oggetto dell'accertamento che sarà svolto». «Le aziende coinvolte sono più d'una, prima dobbiamo nominare i periti per le consulenze tecniche». «Per parlare di indagati - ha precisato - è presto».

C'è anche il «disastro colposo» tra i reati ipotizzati dalla procura di Verbania che indaga sulla tragedia del Mottarone. La nuova ipotesi di reato si aggiunge all'omicidio plurimo colposo e alle lesioni colpose per il bimbo ferito in ospedale. «Penso che procederemo per un reato piuttosto raro, che è quello di reato, naturalmente colposo, di attentato alla sicurezza dei trasporti, con conseguenza di disastro colposo», ha spiegato incontrando i giornalisti il procuratore di Verbania Olimpia Bossi. Anche l'impianto di videosorveglianza della funivia è stato posto sotto sequestro dalla procura di Verbania che indaga sull'incidente del Mottarone, costato la vita a 14 persone. «Non risultano esserci immagini riprese dall'interno della cabina precipitata, anche se non mi sento di escluderlo», ha detto il procuratore.

«Non penso che oggi ci saranno iscrizioni nel registro degli indagati: dobbiamo ancora avere il quadro completo ed esaustivo di tutti i soggetti giuridici che a vario titolo sono interessati alla gestione o alla revisione dell'impianto». «Gli inquirenti sono al lavoro per acquisire tutta la documentazione. È sulla base di questa che valuteremo». L'intenzione della procura è «quella di evitare iscrizioni nel registro degli indagati inutili. E non rischiare di ometterne altre in vista del conferimento di incarichi di consulenza che potrebbero essere anche di carattere irripetibile».

Non è ancora chiaro se la funivia del Mottarone, teatro della tragedia costata la vita a 14 persone, sia di proprietà del Comune di Stresa o della Regione Piemonte. «Lo stiamo appurando in queste ore», spiega il procuratore. In occasione dell'ultima importante riqualificazione della funivia, la Regione ha stanziato un importante contributo, a fronte del quale era previsto il passaggio di proprietà dell'impianto proprio alla Regione, ma non è ancora chiaro se questa procedura sia stata completata. «Dobbiamo chiarire se l'ente proprietario è la Regione o il Come di Stresa», dice il procuratore Olimpia Bossi.

Il procuratore di Verbania precisa che nella vicenda sono coinvolti più soggetti. «C'è la società che gestisce l'impianto, Ferrovie del Mottarone, ci sono le società che hanno effettuato i lavori di ristrutturazione dell'impianto, nel biennio 2014-2016, e c'è una società incaricata della revisione annuale». L'ultima sarebbe stata effettuata nel novembre 2020, sei mesi fa: «Stiamo acquisendo i report finali, che per legge devono essere trasmessi a un ufficio periferico territoriale del Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture. Anche sulla scorta di quello che emergerà - conclude - avremo un quadro completo». 

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