Lucilla Crudele, la specializzanda del reparto covid di Bari si sfoga: «Solo rinviato di qualche giorno l’inizio di sei mesi di morte»

Lo sfogo della specializzanda del reparto covid
Lo sfogo della specializzanda del reparto covid
di Alessia Strinati
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Lunedì 26 Ottobre 2020, 15:29 - Ultimo aggiornamento: 3 Novembre, 11:00

Un appello accorato quello di una specializzanda che lavora in un reparto covid. Lucilla Crudele, specializzanda del Policlinico di Bari ha scritto un lungo post su Facebook in cui descrive la situazione critica nel suo ospedale, una situazione non molto diversa da quella di marzo, se non peggiore. 

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«Io li ho visti i giovani ricoverati, i figli terrorizzati, i colleghi già stremati. In questi giorni, non a marzo», si sfoga sui social sottolineando come non debba essere minimizzato il problema. «“Io li ho visti i giovani sani, non gli anziani super-obesi. Le signore con la manicure fatta e la piega in ordine, non quelle trasandate di cui pensi che magari sono disattente a loro stesse. Io li ho visti. I figli terrorizzati. Le mamme positive in ospedale con i bambini a casa. I ricoverati a cui nessuno può portare i cambi della biancheria, perché tutta la famiglia è in quarantena. E le ho ascoltate le videochiamate che abbiamo ricominciato a fare», ha poi continuato.

La perplessità del giovane medico nasce anche dall'evolvere delle condizioni climatiche. Se si è ancora in  una stagione in cui è possibile far arieggiare gli ambienti chiusi, si chiede come sarà la situazione tra 15 giorni. «Perché io li ho già visti i colleghi del 118 stremati, quelli in burn-out, un esaurimento da lavoro, e gli infermieri a pezzi. La prospettiva è la guerriglia fuori dagli ospedali per un posto letto. Perché intanto chi doveva decidere, programmare, prevenire e risolvere ha pensato bene di sminuire, smentire, rassicurare senza alcun fondamento, visto che anche ad agosto c’erano i positivi in giro ma la campagna elettorale era più importante».

Poi conclude con un appello: «Quindi smettiamola di dire che 15 giorni di lockdown o restrizioni dure sono la fine della nostra economia, perché nel caso che non si basa solo sul vostro pareggio di cassa, e disordini sociali. Quelli veri, non quelli programmati dalla camorra. E nel mentre tutti complottisti con i morti degli altri. A questo giro, gli altri siamo noi».

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