Morisi, procuratrice di Verona: «Non abbiamo divulgato noi la vicenda. Non c'è un secondo indagato». Droga in casa e festino: cosa sappiamo

Luca Morisi
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Mercoledì 29 Settembre 2021, 12:34 - Ultimo aggiornamento: 16 Marzo, 23:25

Angela Barbaglio, la procuratrice di Verona che gestisce l'indagine su Luca Morisi, in un'intervista al Corriere della Sera, risponde alle dichiarazioni del leader della Lega Matteo Salvini che ha parlato di un «attacco alla Lega» a «cinque giorni dalle elezioni». «Ho l'assoluta certezza che nulla è stato detto da noi e posso assicurare che nulla è stato detto dai carabinieri, quindi sinceramente non capisco proprio questa uscita. Del resto per noi parlano i fatti - dice Barbaglio - Trattiamo questo fascicolo come tutti gli altri. Peraltro si tratta di una storia banale che risale alla scorsa estate. La perquisizione è avvenuta a metà agosto, che motivo avremmo avuto di far uscire adesso la notizia?».

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«Chi dice cose tanto assurde dovrebbe anche spiegare quale sarebbe stato il nostro interesse. Altrimenti è solo un insulto all'intelligenza delle persone», aggiunge. Sul perché di questa inchiesta si parli solo ora, afferma: «Noi non abbiamo avuto alcun ruolo nella gestione di questa notizia e quindi non so davvero che cosa rispondere. Lo ripeto, non abbiamo alcun interesse per gli effetti sull'elettorato e mai, ribadisco mai, abbiamo pensato a strumentalizzazioni delle inchieste. E poi basta analizzare le date per capire che siamo rimasti sorpresi anche noi da tutto questo clamore». «La denuncia risale al 14 agosto, per noi è un fatto antico. Abbiamo effettuato i nostri accertamenti e nulla è mai emerso. È rimasto tutto segreto fino a che non sono state rese note le dimissioni dall'incarico», precisa. «Sono in magistratura da 44 anni, conosco le dinamiche perfettamente, ma non accetto illazioni sul nostro lavoro».

Intanto la vicenda continua ad arricchirsi di particolari. Insieme a Morisi sarebbe coinvolto nella vicenda anche uno dei due ragazzi romeni che sono arrivati a Belfiore tra la notte del 13 e la mattina del 14 agosto. Quando sarebbero usciti dalla casa di Morisi i due sono stati sorpresi con la boccetta da 125 millilitri con dentro Ghb, la cosiddetta droga dello stupro. Secondo quanto riporta La Repubblica i ragazzi sono stati fermati per un normale controllo ma notando lo stato di alterazione i carabinieri hanno voluto indagare e facendo domande è uscito fuori il nome di Morisi.

I ragazzi hanno mostrato le chat con Morisi e da parte degli agenti è scattata la perquisizione nella casa dell'ex capo social di Salvini.

Nell'appartamento è stata trovata su due piatti, poi sequestrati, della "sostanza pulviscolare di colore bianco, verosimilmente cocaina", tessere plastificate e banconote arrotolate e una bustina con 0,31 grammi di cocaina nascosta in un libro verde.

Il procuratore di Verona: «Non c'è un secondo indagato»

Nell'inchiesta per droga che coinvolge a Verona Luca Morisi, l'ex social media manager della Lega, «non c'è allo stato attuale un secondo indagato»: «assolutamente, l'unico indagato è Luca Morisi, nessun altro per questo procedimento». Lo precisa la procuratrice di Verona Angela Barbaglio dopo che la difesa di Morisi aveva rivelato che nell'inchiesta «risulta indagata anche un'altra persona di nazionalità romena». Quando alle analisi sulla composizione chimica della droga liquida, la Procura riferisce che bisognerà attendere ancora. 

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