Monopattini elettrici, l'incontro tra Assosharing, Mims e ANCI sulla sicurezza e sul decoro urbano

Si terrà il 7 settembre l'incontro tra Assosharing, Mims e ANCI sul decoro urbano e sulla sicurezza garantita dai monopattini elettrici
Si terrà il 7 settembre l'incontro tra Assosharing, Mims e ANCI sul decoro urbano e sulla sicurezza garantita dai monopattini elettrici
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Venerdì 3 Settembre 2021, 18:55 - Ultimo aggiornamento: 19:03

Gli operatori dei monopattini in sharing manifestano ottimismo per l'incontro con il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile e ANCI, che si terrà il 7 settembre. L'obiettivo è definire nuove linee guida su circolazione e parcheggio, così da garantire maggiore sicurezza e decoro urbano. 

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A comunicarlo è Assosharing in una nota. In particolare, gli operatori si impegnano sin da subito ad attuare alcune importanti iniziative, già condivise anche in audizione Parlamentare, tra cui la riduzione delle velocità massima di circolazione per i monopattini, riducendola da 25km/h a 20km/h, così da diminuire potenziali rischi e migliorarne il controllo durante la guida. Analogamente, sono già state avviate interlocuzioni con alcune Amministrazioni mirate a identificare soluzioni tecnologiche che, combinate con una maggiore infrastruttura di postazioni di parcheggio, siano in grado di garantire una gestione della sosta più ordinata.

In materia di sicurezza, l’obbligo di casco va assolutamente confermato per i minori, rimanendo così allineati agli altri stati europei. L’estensione dell’imposizione all'intera platea degli utilizzatori, soprattutto in un servizio di sharing, creerebbe un’anomalia tutta italiana, che porterebbe inevitabilmente le aziende a concentrare gli investimenti in altri paesi, mettendo a rischio un settore che in Italia conta complessivamente circa 2000 posti di lavoro e milioni di utenti.

Inoltre, gli operatori hanno manifestato la disponibilità a programmare investimenti certi e definitivi nel tempo per migliorare i propri mezzi, come l’inserimento, su tutti i nuovi modelli, degli indicatori di direzione (frecce), di doppio freno e di ruote più robuste. I servizi di mobilità sharing, anche grazie al consistente impegno finanziario assunto per aumentarne la diffusione, sono ormai nei piani urbani di mobilità sostenibili delle maggiori città italiane. Gli operatori, a fronte di stabilità normativa e certezze per il settore, sono pronti a garantire ulteriori investimenti di lungo periodo nel Paese, nell'ottica di promuovere modelli sempre più sostenibili ed in linea con le nuove necessità dettate dalla pandemia da Covid-19. 

Bisogna sottolineare come la quasi totalità degli incidenti più gravi si sia verificata su monopattini privati, i quali sono 10 volte più numerosi dei mezzi in sharing e non godono affatto dello stesso livello di sicurezza e di controllo. Basti pensare che mentre gli operatori di sharing devono certificare il rispetto dei requisiti normativi durante le procedure di selezione, esiste una moltitudine di mezzi privati che non è sottoposta ad alcun controllo. Non di rado si riscontra addirittura la presenza di mezzi manomessi o con potenze nominali ben al di sopra dei 500W ammessi. Inoltre, i mezzi in sharing sono sottoposti ad attività di manutenzione e controllo costante, mentre i mezzi privati, già in origine di minore valore, vedono compromettere la qualità di freni e sistemi di sicurezza nel giro di pochi anni.

Oggi gli utilizzatori privati, in aggiunta, non sono nemmeno sottoposti ad obbligo assicurativo, mettendo a rischio l'incolumità degli utilizzatori della strada, oltre che la propria. 

In conclusione, gli operatori dello sharing si impegnano a collaborare con Istituzioni, Amministrazioni Locali e Forze dell'Ordine per garantire maggior sicurezza nelle strade italiane, attraverso corsi di formazione ed un controllo più stringente, con l’obiettivo di arginare e contrastare i comportamenti illeciti. Si auspica che la politica decida analizzando tutti i dati e le specificità del settore e distinguendo il privato dallo sharing. E’ opportuno che non vi sia l’intenzione di contrastare un settore in crescita in tutta Europa, che in pochi anni ha permesso di migliorare la mobilità urbana delle principali città italiane, di risparmiare oltre 2 milioni di kg di CO2 e di offrire un nuovo mezzo di trasporto sostenibile e inclusivo a milioni di cittadini.

A riferirlo, in una nota, è Assosharing. 

Assosharing è la prima associazione di categoria del comparto sharing mobility ed è nata con l'obiettivo di rappresentare un settore che conta oltre 5 milioni di utenti iscritti in Italia. L'associazione, che rappresenta la maggior parte delle principali aziende del settore, si prefigge di proporre delle linee guida per l'industria della mobilità in sharing con particolare attenzione alle tematiche della sicurezza, della programmazione e sostenibilità ambientale a supporto delle città del futuro.

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