Topo morto nel vassoio del pranzo al Policlinico. Le ipotesi: no vax, sabotaggio o vendetta

Modena, topo morto nel vassoio della paziente oncologica. Tutte le ipotesi: vendetta, sabotaggio, no vax
Modena, topo morto nel vassoio della paziente oncologica. Tutte le ipotesi: vendetta, sabotaggio, no vax
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Mercoledì 15 Settembre 2021, 11:46

Una vicenda che fa indignare e arrabbiare, ma su cui occorre indagare con la massima lucidità. Sta facendo molto discutere il caso del topo morto trovato sulla plastica protettiva del vassoio destinato ad una paziente oncologica del Policlinico di Modena, ma la Procura sta indagando e non si esclude alcuna ipotesi. Ecco quali sono le piste principali degli inquirenti.

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Ci sono ancora dei dubbi, ma secondo la Procura l'episodio, avvenuto il 9 settembre scorso, sarebbe da considerare un sabotaggio o una vendetta. Tanto che la notizia di reato è stata acquisita in un fascicolo già aperto, relativo ai continui blitz dei no vax e dei no green pass contro l'ospedale modenese, che hanno già comportato nelle ultime settimane vari reati tra cui l'interruzione di pubblico servizio. I negazionisti, però, non sono gli unici indiziati. Lo spiega Il Resto del Carlino.

Tra le ipotesi formulate dalla Procura, potrebbe esserci anche una vendetta dovuta ad un mancato rinnovo di un subappalto e quindi una sorta di sabotaggio interno. A rendere pubblico il fatto era stato lo stesso Policlinico di Modena, mentre sono in corso di analisi le registrazioni delle telecamere di videosorveglianza. «Un fatto gravissimo, ci impegniamo ad accertare le responsabilità e ad adottare tutte le azioni possibili, senza escludere alcuna ipotesi» - ha spiegato il direttore generale Claudio Vagnini - «Ci scusiamo per questo episodio inaccettabile, che non rispetta i criteri che da sempre assicuriamo e che pretendiamo dai nostri fornitori.

La criticità è legata alla verifica del carrello termo-refrigerato prima dell'allestimento dei vassoi e al controllo del vassoio prima della consegna al degente».

Sul caso indaga la Digos, coordinata dalla Procura. I sospetti si concentrano su chi ha avuto accesso ai locali nelle ore precedenti la consegna dei pasti e questo alimenterebbe la pista 'interna'. A novembre, una delle ditte fornitrici vedrà scadere il subappalto in favore di un'azienda altoatesina. Il subappalto riguarda solo le pulizie ma alcuni operatori svolgono anche la distribuzione dei pasti ai pazienti. Il timore di perdere il lavoro nei prossimi mesi potrebbe essere una delle cause dell'episodio.

L'attuale ditta fornitrice dei pasti per la mensa dell'ospedale sta collaborando nelle indagini ma precisa che l'unico incarico riguarda la preparazione in cucina e che le altre attività sono gestite da altri operatori, in un contesto di Global Service. «L’episodio sopra ricordato non ha alcun collegamento con la preparazione e il confezionamento dei pasti e la visita ispettiva da parte dell’Igiene Pubblica, effettuata a seguito dell’accaduto, ha certificato la totale assenza di irregolarità in questo processo», spiega l'azienda Cirfood.

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