MMA, cos'è e perché è così pericolosa. «Ma in strada la violenza è bandita»

MMA, cos'è e perché è così pericolosa. «Ma in strada la violenza è bandita»
MMA, cos'è e perché è così pericolosa. «Ma in strada la violenza è bandita»
di Domenico Zurlo
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Martedì 8 Settembre 2020, 13:15 - Ultimo aggiornamento: 13:56

Da qualche giorno ormai si pala della Mixed Martial Arts, in breve la MMA, la disciplina di cui erano appassionati i giovani fratelli Marco e Gabriele Bianchi, arrestati con altri due ragazzi per l’omicidio di Willy Monteiro Duarte a Colleferro. Ma cos’è la MMA, perché è così pericolosa e quali sono le sue regole?

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La MMA mischia elementi di diverse dicipline, dal wrestling al jujitsu, dalla lotta alla boxe, con tanto di diverse categorie di peso e protezioni per piedi e mani. Non esistendo un’unica federazione nazionale, sono tantissimi i titoli e le associazioni che imperversano in Italia: la MMA va fortissimo negli USA, dove i combattimenti vengono trasmessi dalle pay tv.

Ma dall’Italia all’America ad ogni angolo del mondo, la regola principale delle MMA è una: al di fuori del ring, la violenza è bandita. Qualsiasi appassionato di MMA dà il merito a questo tipo di disciplina (come in altri sport) di riuscire ad incanalare la rabbia anche di ragazzi che vengono da percorsi difficili, insegnando loro a controllarsi. Spesso sono gli stessi istruttori, per insegnare ai propri allievi l’autocontrollo, a mandar via dalle proprie palestre coloro che vengono coinvolti in risse in strada: non sempre però questo accade, come ha dimostrato il caso di Willy.

Anche se nelle MMA professionistiche ci sono regole ferree sui colpi consentiti e quelli vietati, negli anni scorsi ci sono stati alcuni casi di atleti che sono morti in seguito ai combattimenti: il più recente quello del 28enne portoghese Joao Carvalho, nell’aprile del 2016. Tra le regole unificate, cioè quelle principali più usate al mondo, c’è il divieto di calci e ginocchiate alla testa di un avversario a terra, e le gomitate sono ammesse purché non si colpisca di punta con movimento discendente. In alcuni Paesi invece le regole cambiano e la testa dell’avversario a terra può anche essere colpita.

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