«Mino Raiola gravissimo», il San Raffaele smentisce la notizia della morte del procuratore di calcio. E lui twitta

Alberto Zangrillo, primario del San Raffaele commenta le voci sullo stato di salute dell'agente calcistico

Mino Raiola, morto a 54 anni
Mino Raiola, morto a 54 anni
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Giovedì 28 Aprile 2022, 13:41 - Ultimo aggiornamento: 17:22

Mino Raiola non è morto, «è gravissimo». Nelle ultime ore si era diffusa la notizia data da diversi operatori del mondo dello sport  (notizia che anche noi abbiamo rilanciato e ce ne scusiamo) della morte del 54enne procuratore di calcio che non è stata confermata dalla famiglia e che viene smentita dall'ospedale San Raffaele di Milano dove Raiola è ricoverato in gravissime condizioni. «Sono indignato dalle telefonate di pseudo giornalisti che speculano sulla vita di un uomo che sta combattendo». Così Alberto Zangrillo, primario dell'Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione del San Raffaele commenta le voci sullo stato di salute del procuratore Mino Raiola ricoverato all'ospedale San Raffaele dove a gennaio scorso era stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico per problemi polmonari. A quanto si è appreso, le condizioni di Raiola sono molto gravi . 

«Stato di salute attuale per chi se lo chiede: incazzato». È il tweet di Mino Raiola, dal suo profilo, per commenta le indiscrezioni sul suo stato di salute. «Per la seconda volta in 4 mesi mi uccidono. Sembrano anche in grado di risuscitarmi...», aggiunge il profilo social del procuratore, in riferimento alle voci del gennaio scorso, durante un primo ricovero al San Raffaele.

 

Da cameriere a procuratore dei più grandi calciatori - Chi è

Spregiudicato, abile e geniale, Mino Raiola è uno dei procuratori più influenti e temuti del mondo del calcio.

E' nato a Nocera Inferiore, in provincia di Salerno, il 4 novembre 1967. La sua famiglia emigra meno di un anno dopo ad Haarlem, nei Paesi Bassi, dove il padre con successo apre un ristorante, in cui il giovane Mino - maturità classica - è impiegato come cameriere.

Il locale è frequentato da diversi calciatori olandesi e Raiola comincia a creare le basi per i propri affari. Gioca a calcio ma smette quasi subito e a vent'anni fonda la prima società di intermediazione, la Intermezzo. Grazie a un accordo con il sindacato dei calciatori diventa poi rappresentante all'estero dei giocatori olandesi. Nel 1992 porta Bryan Roy al Foggia, mentre nel 1993 intercorre come mediatore nella trattativa che porta Dennis Bergkamp e Wim Jonk dall'Ajax all'Inter. Diviene poi agente FIFA e abbandona le altre attività. Fonda la società Sportman con sede a Montecarlo, ma con uffici di rappresentanza anche in Brasile, Paesi Bassi e Repubblica Ceca. Diventa a testa di ponte del Milan: Ibrahimovic, Robinho, Van Bommel, Emanuelson.

Il primo gran colpo in Italia però fu Nedved alla Juve (2001) e con l'allora potentissimo dg bianconero Luciano Moggi instaura un rapporto di ferro. Ogni volta che qualche a"suo" campione" cambia club o rinnova Raiola apre le casse. Vive a Montecarlo, parla sette lingue (italiano, inglese, tedesco, spagnolo, francese, portoghese e olandese) ha pochissimi collaboratori e preferisce sempre trattare in prima persona i propri affari. Nel 2020 Forbes lo ha inserito al quarto posto al mondo tra i procuratori sportivi con un fatturato da 84,7 milioni di dollari avendo chiuso affari per 847,7 milioni di dollari.

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