Il ministro della Salute Speranza a Rai Radio2: «Vorrei portare mio figlio allo stadio, ma ora non è la priorità»

Il ministro della Salute Speranza a Rai Radio2: «Vorrei portare mio figlio allo stadio, ma ora non è la priorità»
2 Minuti di Lettura
Giovedì 24 Settembre 2020, 16:48

«La scuola è una priorità assoluta. Non credo, lo dico con tutto il rispetto e da grande tifoso, che gli stadi abbiano la stessa priorità. Anch’io sono un appassionato di calcio e vorrei riportare mio figlio allo stadio dove siamo abbonati, in tribuna Tevere per seguire la Roma, ma voglio prima di tutto che mio figlio vada a scuola, che possa incontrare i suoi compagni e gioire dei momenti di socializzazione che la scuola offre. Allora, ristabiliamo un ordine: in questo momento la priorità assoluta è la scuola. Serve tempo per capire la reazione che c’è stata nel paese da un punto di vista epidemiologico con la riapertura. La misureremo e poi valuteremo passo dopo passo». Lo ha dichiarato il ministro della Salute, Roberto Speranza, ai microfoni di Rai Radio2.

Leggi anche > Riapertura stadi per un terzo, il viceministro Sileri: «All'Olimpico possibili 20-25mila spettatori»

Il ministro è intervenuto nel programma ‘Non è un paese per giovani” con Massimo Cervelli e Tommaso Labate. E alla domanda diretta dei conduttori, «qualora passasse l’indicazione di ripopolare i grandi stadi ed essendo lei un tifoso, porterebbe suo figlio sugli spalti?», Speranza ha risposto: «Non porterei mio figlio di 7 anni allo stadio perché credo ci sia bisogno di cautela. Da papà’ in questo momento mi sento di evitarlo, aspetterei».

Ed ancora, «stamattina la commissaria europea alla salute ha detto in conferenza stampa parole serie che non possono essere sottovalutate. Cioè che in Europa ricomincia ad esserci un problema. Ci sono paesi europei che stanno peggio ora di come stavano a febbraio, marzo. Serve tenere ancora molto alto il livello d’attenzione. Il rischio zero non esiste: noi stiamo cercando di trovare tutte le condizioni per abbassare il più possibile il rischio. Rischio zero vorrebbe dire un nuovo lockdown, ma questo non si può più fare, abbiamo bisogno che il paese riparta», ha concluso il ministero della Salute. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA