Migranti, il poliziotto: «L'anno più difficile tra rimpatri e battaglia contro il rischio Covid»

Migranti, il poliziotto: «L'anno più difficile tra rimpatri e battaglia contro il rischio Covid»
di Emilio Orlando
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Mercoledì 7 Aprile 2021, 05:01 - Ultimo aggiornamento: 9 Aprile, 07:34

Fabio Conestà, segretario nazionale del sindacato Mosap della polizia, qual è la situazione negli hotspot siciliani riguardo gli arrivi dei migranti?


«Rispetto all'inizio della pandemia Covid, quando la situazione era poco rassicurante per gli agenti impegnati nelle procedure di identificazione e rimpatrio dei migranti, oggi le condizioni di sicurezza sul lavoro sono migliorate. Dopo una nostra battaglia sindacale ora i poliziotti hanno tutti i dispositivi per proteggersi dal contagio».


Dove permangono secondo voi le criticità ed i pericoli durante l'applicazione dei protocolli per la gestione dei grandi arrivi e dei rimpatri?


«Il problema maggiore continua a rimanere legato ai rimpatri. Dai centri di accoglienza della Sicilia stiamo rimpatriando moltissimi cittadini tunisini, marocchini ed algerini con vettori, ossia aeroplani, che sono vetusti ed obsoleti e in condizioni igieniche che vanno verificate, anche se gli agenti indossano, occhiali, guanti e mascherine.

Devo aggiungere che l'amministrazione ha fatto molto per tutelare gli operatori che nella prima fase si sentivano un po' abbandonati».


Gli sbarchi e gli arrivi sono aumentati durante la pandemia. Questi numeri preoccupano gli apparati deputati al controllo dell'ordine pubblico?


«Non intendo fare politica, ma credo che il fenomeno dei migranti che sbarcano continuamente sulle nostre coste irriti quelle categorie di professionisti, commercianti ed imprenditori che sono stati costretti a chiudere. Mentre da un lato si fa tanto per arginare i contagi, dall'altro non si considera l'aspetto più insidioso legato agli sbarchi, che è quello delle malattie. E non mi riferisco solo al Covid».

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