Migranti, Salvini blocca la nave Mare Jonio al largo di Lampedusa: 78 persone sbarcano

Migranti, Salvini blocca la nave dei bambini a largo di Lampedusa: 78 persone sbarcano in autonomia
Migranti, Salvini blocca la nave dei bambini a largo di Lampedusa: 78 persone sbarcano in autonomia
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Giovedì 29 Agosto 2019, 10:38 - Ultimo aggiornamento: 15:01

«Come sempre fatto in passato, dalla Mare Jonio potranno scendere donne, bambini e malati. Rimane confermato il divieto di ingresso e sbarco per una nave che non rispetta le leggi e che preordinatamente si provoca lo stato di necessità a bordo per sbarcare in Italia». Lo fanno sapere fonti del Viminale. Lo stesso Viminale «ha bloccato “la nave dei bambini” a 13 miglia da Lampedusa. Alle ore 6 di questa mattina aveva raggiunto il limite delle acque territoriali a sud di Lampedusa». Lo rende noto Mediterranea Saving Humans. «Ieri sera alle 23.37 è stato notificato il decreto del Ministro dell'Interno Matteo Salvini, che ci vieta di entrare. Questa mattina, alle 7, la motovedetta CP312 della Guardia Costiera ha affiancato la Mare Jonio per fare salire a bordo due ufficiali della Guardia di Finanza, che ci hanno notificato il decreto brevi manu», spiega Mediterranea.

 


«L'appello a fare scendere i migranti dalla nave Mare Jonio può apparire scontato e banale. Lo ripetiamo a ogni soccorso, ma appare quanto mai urgente davanti a quella che è stata ribattezzata la “nave dei bambini”. Mai così tanti e mai così piccoli. Fino a quando devono rimanere in mare? Tra l'altro oggi le condizioni meteo sono pessime». A dirlo all'Adnkronos è don Carmelo La Magra, parroco di Lampedusa, a proposito della nave di Mediterranea Saving Humans ferma a 13 miglia dalla più grande delle Pelagie con a bordo 106 migranti, tra cui 22 bambini e diverse donne, tra cui otto donne in stato di gravidanza.

«Ogni giorno in più in mare - aggiunge - è un giorno di sofferenza per queste donne e questi bimbi». Lo stop allo sbarco resta incomprensibile per il parroco di San Gerlando, soprattutto perché «nella notte sono sbarcate 78 persone, siriani e cittadini del Bangladesh, provenienti dalla Libia, con uno sbarco autonomo. Perché allora accanirsi contro le Ong, perché continuare con questa lotta contro chi salva vite in mare? Mettiamo fine al più presto a questa agonia». «Capisco che il Paese in queste ore è impegnato su altri temi, eppure si è trovato il tempo di firmare il divieto di ingresso della Mare Jonio, come se il pericolo per l'Italia fossero poche decine di bambini e donne incinte», dice.
 

«Il giorno sulla #MareJonio è iniziato alle 5, pioggia in testa, lampi in cielo, le luci di Lampedusa in lontananza. È l'Italia?”,  mi chiede un uomo prima di iniziare a pregare inginocchiato sulla coperta termica. Difficile spiegare che sì, è l'Italia, ma non ci fanno entrare». Così, su Twitter Cecilia Strada, che si trova a bordo della Mare Jonio di Mediterranea.
Nel frattempo il gip del Tribunale di Agrigento Stefano Zammuto con una nota ha detto che gli oltre cento naufraghi che si trovavano sulla nave spagnola Open Arms sono stati costretti a una «illecita e consapevole privazione della libertà personale, costretti a bordo per un apprezzabile lasso di tempo contro la loro volontà». È quanto scrive il gip nel provvedimento con il quale ha convalidato il sequestro della nave Open Arms decidendo il dissequestro della imbarcazione che è già stata restituita ai proprietari. Nel provvedimento il magistrato ha accolto la richiesta del Procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio e dell'aggiunto Salvatore Vella e, ricordando l'ispezione compiuta da Patronaggio con due medici a bordo della nave spagnola, sottolinea che in quel momento «erano presenti a bordo ancora un centinaio di naufraghi con gravi rischi per la loro incolumità e per la loro salute fisica e psichica». Parla anche «della illecita privazione della loro libertà personale».

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