Matteo Cecconi suicida durante la Dad, la lettera d'addio: «Non datevi colpe, siete i genitori migliori che potessi avere»

Matteo suicida durante la Dad, la lettera d'addio: «Non datevi colpe, siete i genitori migliori che potessi avere»
Matteo suicida durante la Dad, la lettera d'addio: «Non datevi colpe, siete i genitori migliori che potessi avere»
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Giovedì 10 Giugno 2021, 13:42 - Ultimo aggiornamento: 14:28

«Non datevi colpe che non avete, ho dissimulato molto bene. Siete stati i genitori migliori che potessi desiderare». Con queste parole Matteo Cecconi, il giovane studente morto suicida a 18 anni lo scorso 26 aprile, ha dato l'addio alla mamma e al papà, prima di togliersi la vita con il salnitro di sodio durante una lezione in Dad. Matteo frequentava il quarto anno all'Istituto tecnico industriale di Bassano del Grappa, nel vicentino.

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Come racconta oggi il Corriere della Sera quella mattina Matteo, dopo aver scritto la lettera d'addio per i genitori, si collegò online per la Dad, aprì quel sito e annunciò agli utenti online che si sarebbe tolto la vita. «Auguratemi buona fortuna», chiede nel forum alle 9.33. «Fai buon viaggio», gli risponde una ragazza alle 9.50. Alle 9.53 scrive ancora lui: «Ha un gusto orribile», riferito al veleno. Nessuno gli chiede di cambiare idea, nessuno cerca di salvargli la vita.

Poco dopo, Matteo non scrive più: «Riposa in pace cucciolo», scrive un utente. «Se te ne sei andato, spero che tu possa trovare la pace».

Matteo Cecconi, morto a 18 anni suicida

In quelle frasi in chat, non c'è nulla che possa rientrare nell'istigazione al suicidio: per questo la Procura di Vicenza, spiega il Corriere, dovrebbe chiedere l'archiviazione del caso. E anche secondo il papà di Matteo, Alessandro Cecconi, il suicidio di suo figlio non è stato provocato da quel sito, 'Sanctioned Suicide', dove migliaia di utenti si scambiavano consigli su come togliersi la vita. «Non credo che Matteo abbia deciso di uccidersi navigando su quel sito - le sue parole - era diventato nichilista, leggeva Baudelaire, ragionava di continuo sul tema dell'esistenza e maturava la convinzione che tra vita e morte non c'è alcuna differenza».

Secondo il padre di Matteo, più che monitorare o chiudere questi siti, servirebbe abolire l'anonimato su internet e spingere sull'identità digitale. «Non è lui, non può essere lui», le parole di un amico del 18enne, dopo aver letto le ultime parole scritte ai genitori. Perché quel «ho dissimulato bene», ha mostrato a chi lo conosceva che esistevano due Matteo. E ad avere la meglio è stato il suo lato oscuro, quello che lo ha portato a dire addio alla vita. Ora il padre spera che, con l'inchiesta della Procura di Roma - che ha oscurato il sito, e che indaga sul suicidio di altri due giovanissimi - «la morte di mio figlio non sia inutile».

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