Tra scatoloni e saluti dei cittadini il presidente Mattarella è tornato al Colle. La messa, poi il pranzo domenicale in famiglia, con la figlia Laura e gli amati nipoti, e poi in macchina verso il Palazzo del Quirinale. Un tragitto che forse neanche lui aveva pensato di dover fare. Era quasi tutto pronto nella sua nuova casa di Roma, affittata da poche settimane nel quartiere Parioli per stare vicino a sua figlia, i mobili arrivati dalla casa di sempre di Palermo. Ma ora che ha accettato la rielezione i programmi devono per forza cambiare. Prima di salire in macchina il presidente si è fermato a salutare un bambino del quartiere che gli ha regalato un suo disegno con la bandiera tricolore.
Mattarella ha preso il disegno, ha dato un buffetto sulla guancia al piccolo, poi ha salutato cordialmente alcune persone che lo hanno applaudito.
Da oggi il Capo dello Stato inizierà a lavorare sui contenuti del discorso che sono particolarmente attesi. Potrebbe tornere ancora una volta a ricordare, come ha già fatto nel discorso di fine anno, che chiunque «si trova a svolgere pro-tempore un incarico pubblico, a tutti i livelli, ha l’obbligo di non sottrarsi ai doveri cui è chiamato». Lui lo ha fatto. Chissà se le forze politiche saranno capaci di fare altrettanto.