Mascherine e smart working: si apre una fase nuova nei luoghi di lavoro. Dopo due anni di pandemia e di utilizzo serrato delle protezioni delle vie respiratorie, dall'1 maggio cade infatti l'obbligo d'impiego di tali dispositivi, tranne alcune eccezioni, ma nei luoghi di lavoro del settore privato saranno i protocolli aziendali a dettare la linea mentre negli uffici pubblici la Ffp2 resta raccomandata per il personale a contatto con il pubblico e negli spazi comuni. E nuove regole arrivano anche per lo smart working.
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Il dicastero ha invitato le amministrazioni a dare indicazioni tempestive sul loro uso, pur decadendone l'obbligo. Diversa la situazione nel privato: alla luce del nuovo quadro cruciale sarà l'incontro con le parti sociali in programma per il 4 maggio, dove si valuterà un aggiornamento dell'ultimo Protocollo sulle misure per il contrasto del Covid nei luoghi di lavoro del 6 aprile 2021, che prevede l'obbligo di mascherina. Si deciderà, in sostanza, se mantenere tale protocollo oppure rimodularlo.
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Ad ogni modo, almeno fino alla data dell'incontro, il Protocollo resta vigente e di conseguenza resta l'obbligo delle mascherine. Al momento, pare prevalere un atteggiamento di cautela, con Cisl e Uil che invitano a non abbassare la guardia mantenendo le protezioni nei luoghi di lavoro e la Confesercenti che consiglia alle aziende associate di continuare a fare usare la mascherina ai dipendenti. Anche la Fida-Confcommercio, in attesa delle decisioni del 4 maggio, ritiene comunque «indispensabile» il mantenimento della mascherina per i lavoratori almeno fino al 15 giugno.
La Federazione Moda plaude allo stop delle mascherine per i clienti, mentre l'Anica giudica penalizzante la proroga dell'obbligo nei cinema. L'approccio di cautela è ribadito dal ministro della Salute Roberto Speranza, che sottolinea la necessità di «insistere con le vaccinazioni e con l'uso della mascherina in tutte le occasioni in cui si rischia il contagio». Altro fronte è quello dello smart working. È prorogato fino al 31 agosto, anche in assenza degli accordi individuali, per i lavoratori del settore privato. Proroga fino al 30 giugno, invece, per i lavoratori fragili pubblici e privati e per i genitori di figli con fragilità.