Marco, 22 anni, ha sfidato i No vax in piazza: «Mio padre è morto di Covid. Mi hanno detto: non capisci niente»

Marco, 22 anni, ha sfidato i No vax in piazza: «Mio padre è morto di Covid. Mi hanno detto: non capisci niente»
Marco, 22 anni, ha sfidato i No vax in piazza: «Mio padre è morto di Covid. Mi hanno detto: non capisci niente»
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Martedì 27 Luglio 2021, 11:55 - Ultimo aggiornamento: 28 Luglio, 16:01

Marco Natali ha 22 anni e un anno e mezzo fa ha perso suo padre per Covid: Marcello, medico di Caselle Landi e Codogno, il 18 marzo 2020 perse la vita, uno dei primi dottori italiani tra le vittime del virus, ad appena 57 anni. Sabato Marco si trovava a Lodi per caso («Accompagnavo la mia ragazza dall'estetista»), ha visto un capannello di persone e si è avvicinato: erano i manifestanti contro il green pass, che scandivano i loro slogan.

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Come scrive il Corriere della Sera, in piazza della Vittoria c'erano circa 200 persone: «Non esistono morti di Covid, li uccidono in ospedale. L’ho letto su un sito straniero, conosco quattro lingue», diceva uno di loro. A quel punto Marco, in onore di suo padre morto, non ha potuto fare altro che intervenire e prendere la parola, prendendosi anche qualche insulto, come scrive Il Cittadino. «Ho sentito qualcosa dentro che mi diceva di rispondere - racconta al Corriere il ragazzo - All'inizio mi hanno applaudito, pensavano fossi uno di loro.

Li ho zittiti. Mio padre era un medico, ho detto è morto l'anno scorso di Covid continuando a curare i suoi pazienti fino all'ultimo. Se ci fosse stato prima un vaccino, lui sarebbe ancora tra noi».

Qualcuno si è complimentato con lui, in tanti lo hanno insultato, dedicandogli dei buu di disapprovazione. «Uno mi ha detto che dovevo tacere e che non avevo capito niente», ha detto il 22enne al Corriere. Sia lui che la sorella Michela, 25 anni, si sono vaccinati un mese fa: «Lei è orgogliosa di me» per quanto fatto in piazza, spiega. E sul padre morto per una polmonite fulminante racconta: «Non riuscii quasi mai a telefonargli. Un giorno facevo il caffè e preparai la tazzina anche per lui: mia madre mi disse di chiamarlo e dirglielo. Parlava a fatica, la nostra conversazione durò meno di un minuto».

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