Manovra, la cannabis light torna legale: i 3mila punti vendita resteranno aperti

Manovra, la cannabis light torna legale: i 3mila punti vendita resteranno aperti
Manovra, la cannabis light torna legale: i 3mila punti vendita resteranno aperti
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Venerdì 13 Dicembre 2019, 12:07 - Ultimo aggiornamento: 15 Marzo, 15:41
Cambiano la tassa sulla plastica, quella sulle auto, e pure la sugar tax. Ma non solo. Dopo una maratona di 14 ore, che diventano più di un giorno intero se si contano anche le riunioni di maggioranza per tirare le fila delle migliaia di proposte di modifica, la legge di Bilancio arriva al primo, e sostanzialmente, unico traguardo parlamentare.

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La commissione Bilancio in uno sprint fino all'ultimo insperato riesce a chiudere l'esame della manovra che esce zeppa di novità, micro e macro: dalla legalizzazione della cannabis light se il Thc è sotto lo 0,5%, alla sperimentazione degli esami in farmacia in tutta Italia fino allo slittamento al 2022 della fine del mercato tutelato dell'energia.



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+EUROPA: BENE EMENDAMENTO «È positivo che sia stato approvato un emendamento alla legge di bilancio per chiarire che i negozi di cannabis light sono legali, come furono subito considerati anche dal Governo e dalle altre autorità pubbliche, dopo l'approvazione della legge 242/2016 sulla promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa», afferma Alessandro Massari della Direzione di Più Europa. «Dopo troppe e troppo lunghe pronunce contraddittorie da parte dei tribunali italiani e della stessa Cassazione, la discussione in sede istituzionale sulla necessità di un definitivo chiarimento era stata aperta da due proposte di legge presentate in estate dal sen. Mantero del M5S e da Emma Bonino. Ora, se questo emendamento verrà definitivamente approvato - prosegue Massari - si eviterà di mettere definitivamente in crisi un settore che aveva raggiunto quasi 10.000 addetti, con 2800 punti vendita e che è rimasto per oltre sei mesi - nel silenzio dell'attuale come del precedente governo - in balia di indagini giudiziarie, sequestri e rischi di condanne pesantissime», conclude l'esponente di Più Europa.

LA LEGGE DI BILANCIO Nella corsa contro il tempo per finire di approvare gli emendamenti, salutato con la commozione fino alle lacrime del presidente Daniele Pesco, qualche errore però è stato fatto. Nella notte è stato necessario annullare e ripetere qualche votazione, o fare qualche retromarcia come sullo sconto in fattura per i lavori che beneficiano dell'eco e del sismabonus che rientra in caso di commesse sopra i 200 mila euro o sulla stretta sulle 'finte prime case', proposta dai relatori e poi cancellata.

Alla fine qualcosa è rimasto fuori e qualcosa, invece, rischia di saltare nella stesura del maxiemendamento sul quale lunedì, alla fine di una laboriosa verifica tecnica delle coperture, il governo porrà la fiducia. Tra le norme che potrebbero saltare ad esempio ci potrebbe essere quella che rivede la Tobin Tax (che peraltro, per un «refuso» era stata approvata allo 0,4% al posto di 0,04%) ma non è escluso che possa essere cancellata qualcuna delle decine di micromisure che hanno assegnato risorse alle voci più disparate, dai fondi per il centenario della fondazione del Pci (approvati tra le polemiche delle opposizione) a quelli per il randagismo o per il restauro di questa o quella villa storica.

Nella notte arriva il via libera anche all'intesa di maggioranza: la plastic tax, rivista 4 volte prima di incassare il voto, alla fine viene fissata a 45 cent al chilo, si applicherà anche al tetrapack e slitta a luglio, mentre la sugar partirà da ottobre e la tassazione sulle auto aziendali viene sostanzialmente azzerata. Cambiano anche, come annunciato, gli incentivi di Impresa 4.0 che da super e iperammortamento vengono trasformati in un credito d'imposta da cui sono esclusi però i capannoni e i «beni gratuitamente devolvibili» dei concessionari. Per quelli dei trasporti, scatterà anche una Robin tax per tre anni, una addizionale Ires del 3,5%. E per i controlli sui concessionari autostradali il Mit potrà assumere 50 persone in più.

Con la manovra il Parlamento dà un primo segnale per Taranto che, insieme alle altre aree di crisi complesse, potrà usufruire di un aumento di 150 milioni in 2 anni del fondo del ministero dello Sviluppo economico.
Per sostenere la città pugliese, in attesa che il governo vari un decreto ad hoc, arriva anche la zona franca doganale per il porto. Ricco il bottino della sanità che incassa, tra l'altro, un migliaio di contratti in più per gli specializzandi di medicina, la proroga della stabilizzazione dei precari, risorse per dotare i medici di base e pure i pediatri degli strumenti per eseguire gli esami e la proroga dei test in farmacia. Arriva dai senatori anche l'ok alla soluzione per evitare che gli orfani di femminicidio o comunque di delitti in famiglia debbano vedersi chiedere risarcimenti, come nel caso delle due sorelle di Massa Carrara.
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