Anziano ucciso da baby gang: funerali spostati in un'altra chiesa. «Cerimonia privata e senza amici»

Anziano ucciso da baby gang: funerali spostati in un'altra chiesa. «Cerimonia privata e senza amici»
Anziano ucciso da baby gang: funerali spostati in un'altra chiesa. «Cerimonia privata e senza amici»
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Lunedì 29 Aprile 2019, 13:14

Funerali in forma ristretta e privata per Antonio Stano, il 66enne pensionato morto lo scorso 23 aprile dopo due interventi chirurgici per suturare una perforaziona gastrica e una emorragia intestinale: ferite provocatogli da un lungo orrore in casa sua, una serie di aggressioni e violenze da parte di un gruppo di giovani che lo avevano segregato e seviziato nel suo appartamento. La famiglia di Stano all'ultimo momento ha deciso di cambiare chiesa per il funerale: la cerimonia si è svolta nella chiesa dell'oasi di Santa Maria anziché nella chiesa del Rosario di Manduria.

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LA PROTESTA DEGLI AMICI A partecipare alle esequie, una cinquantina di persone, tra cui i famigliari più stretti come la sorella e il nipote: sul feretro la sorella ha deposto una corona di fiori composta da rose arancioni e orchidee bianche. Alcuni fedeli hanno protestato per l'improvviso cambio di programma da parte della famiglia: 
Fabio Di Noi, amico di infanzia del pensionato, dice che il cambio di programma «è l'ennesima bruttura» fatta a Stano. Leonardo Milano, anziano che voleva dare l'ultimo saluto ad Antonio, dice che a Manduria «ci conosciamo tutti, siamo faccia a faccia ma non ci salutiamo. Siamo un mondo di morti».



«Sono andato a trovarlo in ospedale, ha sentito la mia voce e si è voltato verso di me. Poi più nulla», ha detto all'Adnkronos lo stesso Fabio Di Noi, rimasto fuori anche lui dalla chiesa: la famiglia ha preferito una cerimonia intima «vietata anche ai pochi amici», dice Di Noi. «Mi sono preoccupato quando non l'ho più visto al bar, la mattina - continua - sono andato a bussare a casa e ho trovato il nipote che riordinava casa. È stato lui a dirmi cosa gli fosse successo e che era in ospedale».



14 INDAGATI Sono 14 (12 minorenni e due maggiorenni) gli indagati dalla Procura per i minorenni e dalla Procura ordinaria per omicidio preterintenzionale, stalking, lesioni personali, rapina, violazione di domicilio e danneggiamento. I giovani, secondo gli inquirenti, durante gli assalti nell'abitazione dell'uomo e per strada si sarebbero ripresi con i telefonini mentre sottoponevano la vittima a violenze con calci, pugni e persino bastoni di plastica, per poi diffondere i video nelle chat di Whatsapp.

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