Luca Morisi, la Procura chiederà l'archiviazione: «Non era sua la droga dello stupro»

Per la Procura il fatto è "di tenue entità". Cade l'illecito del consumo di gruppo

Luca Morisi, festini e droga: il caso della cocaina verso l'archiviazione
Luca Morisi, festini e droga: il caso della cocaina verso l'archiviazione
3 Minuti di Lettura
Martedì 30 Novembre 2021, 13:16 - Ultimo aggiornamento: 13:29

Luca Morisi, ex spin doctor di Matteo Salvini, con tutta probabilità non sarà processato. La Procura di Verona sta infatti per chiedere l'archiviazione dell'inchiesta sul festino a base di sesso e droga con due giovani romeni, avvenuto il 14 agosto scorso a Belfiore.

Leggi anche > Torino, carabiniere ferito a coltellate. Si è costituito anche il secondo rapinatore: ha 18 anni

Ad annunciarlo è stata la procuratrice Angela Barbaglio: «Il fatto è di tenue entità». Luca Morisi, il genio della comunicazione social che ha permesso alla Lega di Salvini i clamorosi exploit elettorali negli ultimi anni, è stato ascoltato più volte dai pm, a cui aveva ammesso di aver acquistato cocaina per la serata negando però di aver mai acquistato o procurato la cosiddetta 'droga dello stupro'. A portarla, infatti, sarebbero stati i due romeni, come confermato anche dalle chat di quella notte.

Era il 14 agosto quando Luca Morisi aveva contattato via chat un escort romeno che vive a Milano, chiedendogli di raggiungerlo nella sua casa in provincia di Verona. I due si erano accordati per un pagamento di 2.500 euro, con Luca Morisi che aveva acquistato della cocaina e i due giovani che avevano annunciato di voler portare la 'droga dello stupro'. Alle 4 del mattino arrivano Alexander e Petre, i due giovani escort romeni, mentre alle 15.30 parte la prima chiamata al 112: «Venite, c'è stato un furto».

Quando i carabinieri arrivano, trovano Morisi e i due giovani romeni intenti a litigare per strada.

Uno dei due romeni, Petre, dice di voler fare una denuncia, accusa Morisi e consegna un flacone contenente la droga liquida. I due romeni accusano Luca Morisi di aver fornito la cocaina ed è così che scatta la perquisizione. Una volta in casa, l'allora consulente di Matteo Salvini non nega nulla e consegna una bustina contenente 0,31 grammi di cocaina, oltre ad un vassoio contenente tracce di polvere bianca. Tutti e tre vengono denunciati per cessione di stupefacenti.

Dopo quell'episodio, Luca Morisi aveva subito avvisato Matteo Salvini e il suo avvocato Fabio Pinelli. A inizio settembre arriva l'annuncio delle dimissioni da capo della comunicazione del leader della Lega, ufficialmente per motivi personali. Pochi giorni dopo, però, si capirà che dietro quella scelta si cela in realtà l'inchiesta giudiziaria. Luca Morisi, da qualche tempo, non era ben visto da molti esponenti della Lega, che ritenevano troppo aggressive e fuori luogo le sue campagne sui social. Anche per questo, scrive il Corriere della Sera, non è da escludere l'ipotesi che quell’incontro a pagamento fosse una trappola.

Qualche settimana dopo le dimissioni, Luca Morisi, il 'papà' della 'Bestia', si era presentato in Procura con il suo avvocato, fornendo la propria verità. «La cocaina era per la serata e non c'era stato alcun accordo preventivo per consumarla insieme», la spiegazione dell'avvocato che farebbe così cadere l'accusa di consumo di gruppo, come sostenuto ora anche dalla Procura. In sostanza: ognuno dei tre protagonisti di quella notte aveva la propria droga, condivisa poi con cessioni reciproche. Ora l'ultima decisione spetta al gip.

© RIPRODUZIONE RISERVATA