Lorenzo Damiano, l'ex leader no-vax ora è pentito: «Dico a tutti di vaccinarsi. Ho avuto paura di morire»

Lorenzo Damiano, l'ex leader no-vax ora è pentito: «Dico a tutti di vaccinarsi. Ho avuto paura di morire»
Lorenzo Damiano, l'ex leader no-vax ora è pentito: «Dico a tutti di vaccinarsi. Ho avuto paura di morire»
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Domenica 5 Dicembre 2021, 10:00 - Ultimo aggiornamento: 11:24

Da leader no-vax a 'pentito'. Come? Colpa del Covid, che lo ha portato direttamente in una corsia di ospedale. Accade a Lorenzo Damiano, leader di Norimberga 2, uno dei tanti movimenti contro il vaccino nati negli ultimi mesi: dopo essersi contagiato a Medjugorje, Damiano è finito in ospedale a Vittorio Veneto, in un reparto Covid. E a Pio Dal Cin, sul quotidiano Il Gazzettino, racconta: «Ho avuto tanta paura, ero cosciente di ciò che mi stava accadendo e ho temuto che potesse andare peggio».

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L'esperienza con il Covid ha cambiato completamente la sua mente: «Come una caduta da cavallo - spiega - ho preso una gran botta e ho aperto gli occhi». «Quello che tengo a precisare è l’enorme professionalità di tutto il reparto dell’ospedale di Vittorio Veneto, Mi ha veramente commosso la loro estrema dedizione», continua Damiano.

E agli 'ex' compagni di lotta no-vax suggerisce: «Direi loro di credere nella scienza. A volte quello che non vogliamo capire la vita ce lo insegna facendoci passare per la via più stretta. Direi a loro di vaccinarsi».

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«Ho avuto tanta paura - continua Damiano - anche se ho trovato consolazione nella fede che mi ha sempre sostenuto e soprattutto nella grande umanità di tutto il personale sanitario del reparto dove sono stato ricoverato a Vittorio Veneto. Sembrano frasi scontate ma sono stati tutti meravigliosi». «Tutto quello che sta succedendo - afferma l'ex leader no-vax - è paragonabile ad una guerra. Spero che se ci sono delle responsabilità si trovino i responsabili, ma aldilà di questo esorterei tutti a fidarsi della scienza».

Lorenzo Damiano, ex leader no-vax

«Le confesso che avevo chiesto nelle mie preghiere, durante il mio viaggio a Medjugorje che se avessi dovuto morire sarebbe stato bello che succedesse proprio in quel luogo. Quello che è successo, contrarre il virus proprio li per me è stato un segnale fortissimo di riconsiderare le mie posizioni, e l'ho fatto. Mi creda non è stato facile ma la fede mi ha portato qui e oggi la mia posizione è cambiata», conclude. E alla domanda se pensa di poter essere definito un 'traditore' dagli ex compagni di lotta, risponde: «Un traditore? No, non credo che mi considerino tale. Non ho fatto niente di male. Non mi sono alleato con nessuno. Ho contratto il virus e non mi sento di aver tradito nessuno».

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