Lara Lugli, la pallavolista incinta resta senza stipendio e il club le chiede i danni: «Persi punti e sponsor»

Lara Lugli, la pallavolista incinta resta senza stipendio e il club le chiede i danni: «Persi punti e sponsor»
Lara Lugli, la pallavolista incinta resta senza stipendio e il club le chiede i danni: «Persi punti e sponsor»
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Martedì 9 Marzo 2021, 16:40 - Ultimo aggiornamento: 16:54

La pallavolista resta incinta e il club la lascia senza stipendio e le chiede anche i danni. È il surreale caso, avvenuto proprio a ridosso dell'8 marzo, denunciato da Lara Lugli, veterana del volley italiano.

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La pallavolista, 41 anni, era rimasta incinta ma si è ritrovata all'improvviso con una mensilità non pagata e con il suo club, il Volley Maniago Pordenone, che ha deciso di citarla per danni.

Il motivo? Secondo il club, la giocatrice avrebbe violato il contratto firmato nella stagione 2018-19, all'età di 39 anni, «vendendo prima la sua esperienza con un ingaggio sproporzionato e nascondendo poi la sua volontà di essere madre. Una scelta che ha portato la squadra a doversi privare di lei a stagione in corso, perdendo di conseguenza molti punti sul campo e infine anche lo sponsor».

La denuncia di Lara Lugli è stata pubblicata su Facebook. Il presidente del Volley Pordenone, Franco Rossato, ha spiegato i motivi della decisione, aggiungendo anche la crisi economica del settore causata dalla pandemia. La pallavolista aveva vissuto, in quell'anno, anche il dramma personale di un aborto spontaneo; la 41enne è ora decisa a far valere le proprie ragioni, che sono le stesse di tante altre giocatrici costrette spesso a scegliere tra la carriera sportiva e la maternità.
«I rapporti con la società erano buoni, loro sapevano anche della mia gravidanza precedente e dell'aborto. Nonostante le continue richieste del mio avvocato e la conseguente ingiunzione, nessuno mi ha chiesto di tornare a giocare» - spiega Lara Lugli - «La citazione per danni mi ha ferito profondamente, in merito a una vicenda oltretutto strettamente personale».

Il presidente del Pordenone, Franco Rossato, ha spiegato che la pallavolista non era stata richiamate per l'attività a causa della sua condizione psicologica successiva all'aborto spontaneo. In quell'anno il club aveva perso punti e introiti degli sponsor, ma la giocatrice trova inaccettabile che la gravidanza sia equiparata a comportamenti in violazione del contratto ed è determinata ad andare avanti nella sua battaglia.

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