Fase 3 sui treni, la testimonianza: «Lasciati a terra all'ultimo da Italo a Riccione»

Fase 3 sui treni, la testimonianza: «Lasciati a terra all'ultimo da Italo a Riccione»
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Lunedì 3 Agosto 2020, 19:40 - Ultimo aggiornamento: 20:04

Distanziamento sì o no? Alla fine il gran pasticcio viaggia sui binari italiani. Caos nel weekend nelle stazioni per il reinserimento last minute della normativa sul distanziamento nelle carrozze dei treni ad alta velocità Frecciarossa e Italo che ha provocato disagi e cancellazioni a raffica.

Questa la lettera di testimonianza che Stefano Miele ha inviato a Leggo, in cui racconta il suo viaggio da incubo da Riccione a Milano dopo che Italo ha cancellato, rivela lui, all'ultimo secondo il suo treno ed è stato costretto ad acquistare un nuovo biglietto e salire su un Frecciarossa.

«Sole, caldo e gli effetti del Coronvirus stanno - scrive Miele a Leggo - e non sarebbe potuto essere altrimenti, contraddistinguendo il periodo delle vacanze agognate per un anno dagli italiani duramente provati da un 2020 difficile sotto tutti i punti di vista. Ma finalmente ci siamo, si parte, chiaramente tra mille precauzioni perché il virus è sempre in agguato, lui in vacanza non ci va, o meglio, in vacanza ci va. Noi non ce ne accorgiamo ma magari si è intrufolato nelle nostre valigie. Comunque la macchina vacanziera pur tra mille difficoltà, anche di ordine economico, si è messa in moto. Il periodo prescelto è la settimana dal 24 luglio al 2 agosto, una scelta che non si è rivelata molto felice soprattutto per il rientro da effettuare in treno tra gente che va (i vacanzieri di agosto) e gente che torna (i vacanzieri di luglio). Il vettore prescelto è un treno di Italo, con il quale all’andata non ci sono stati problemi. Il 1 agosto, alle 23.13, a poche ore dalla partenza per tornare a Milano da Riccione, un messaggio di Italo ci ha avvisato che “in ottemperanza alle disposizioni del ministro della Salute in data 1/8/2020 siamo costretti a procedere con la soppressione del treno Italo 8126 del 2/8/2020. L’ordinanza ha improvvisamente sostituito le disposizioni impartite il 14 luglio negando la possibilità di derogare al distanziamento di un metro nonostante le misure di prevenzione già adottate da Italo in conformità al predetto Dpcm del 14 luglio. Italo non può che ottemperare alle nuove disposizioni normative. Quanto prima procederemo al rimborso dei biglietti non utilizzati”. Insomma, a poche ore dalla partenza i viaggiatori si sono trovati a piedi. Ben diversa la presa di posizione di Trenitalia che, una volta contattata, ha fatto presente che si sarebbero potute verificare delle soppressioni o dei ritardi. Ci siamo affidati alla speranza (non il ministro eh…) e abbiamo acquistato il biglietto. Il giorno dopo alla stazione tutti a tenere d’occhio tabellone delle partenze e cellulare per eventuali nuovi inquietanti messaggi. Treni cancellati e ritardi monstre a raffica, ma per fortuna prima o poi il treno è arrivato e ci ha portato a destinazione. In vettura ci hanno consegnato il kit “anti-coronavirus” che comprendeva mascherina, guanti e gel sanificatore, protezione per poggiatesta , acqua ma il treno ha fatto il suo dovere. Piccola domanda da girare ai dirigenti di Italo: perché Trenitalia è riuscita a partire? Se si vuole fare concorrenza ci si dovrebbe mettere in evidenza proprio in queste occasioni e non lasciare a piedi il viaggiatore.

L’affidabilità è una cosa seria e i treni appartengono alla categoria dei servizi indispensabili perla comunità. Meditate gente, meditate….

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