Ilva, Calenda: "Chiude il 9 gennaio se viene accolta la sospensiva"

Ilva, Calenda: "Chiude il 9 gennaio se viene accolta la sospensiva"
Ilva, Calenda: "Chiude il 9 gennaio se viene accolta la sospensiva"
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Mercoledì 20 Dicembre 2017, 14:09 - Ultimo aggiornamento: 15:18
Verso la chiusura. Se permane la misura sospensiva presentata al Tar insieme al ricorso da Comune di Taranto e regione Puglia «e il 9 gennaio venisse accolta, inizia il processo di spegnimento dell'Ilva».



Lo ha detto il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, al termine del tavolo riferendosi alla domanda cautelare di cui parlava all'ingresso al Mise lo stesso Michele Emiliano.

"SENZA RITIRO RICORSO TAVOLO CONCLUSO" Se il Comune e la regione Puglia non ritirano il ricorso al Tar sull'Ilva «il tavolo è concluso». Lo ha detto Carlo Calenda, ministro dello Sviluppo Economico, al termine del tavolo istituzionale. «Continueremo ad andare avanti con investitore, ma se la condizione è costruire un'addenda contrattuale con garanzia dello Stato, non posso fare assumere a stato responsabilità di 2,2 miliardi di euro per pagare il conto del ricorso», ha aggiunto Calenda.

«Abbiamo chiarito, una volta per tutte - ha continuato Calenda - che l'accettazione della misura cautelare presentata da Comune e Regione determina la chiusura dell'impianto Ilva perché scadono i termini Aia, su questo il ministero dell'Ambiente è stato tassativo». Un punto più sostanziale, secondo Calenda, è che «anche con il ritiro della misura cautelare, la presenza di un giudizio di merito dei giudici che può arrivare anche dopo 2-3 anni, determina la sospensione degli investimenti dell'investitore che perderebbe tutti i soldi che ha investito (se il ricorso venisse accolto ndr)». Ergo - spiega il ministro, «l'investitore dice: io rimango se non si ritira ricorso, ma lo Stato mi deve garantire che se il Dpcm viene invalidato da ricorso, (lo stesso Stato ndr) mi ridà uno per uno tutti i soldi spesi» Per Calenda «non si può accettare che la valutazione del danno sanitario venga fatta sulla base di una legge regionale quando la corte costituzionale ha detto che va fatta su una legge nazionale» e nemmeno «che si dica - come è stato fatto da Emiliano - »intanto ritiro la misura cautelare, ma ricorso al Tar lo lascio in piedi«, perché questo comporta un costo per stato di 2,2 miliardi di euro».

EMILIANO, "DA CALENDA CRISI NERVOSA, SU RICORSO SOLO SCIOCCHEZZE" «Il cima era positivo da parte di tutti poi a un certo punto c'è stato uno scambio di sms tra Calenda e De Vincenti e Calenda ha avuto una crisi nervosa. Si è alzato, ha fatto un intervento durissimo ed è andato via». Cosiì il governatore della Puglia, Michele Emiliano, ricostruisce il tavolo istituzionale sull'Ilva di Taranto che per il ministro si sarebbe concluso oggi considerato il rifiuto della regione di ritirare il ricorso contro il Dpcm varato dal governo.
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