Le sirene, alle tre del mattino. Poi, alle prime luci dell’alba, i missili. Kiev si è svegliata di nuovo sotto le esplosioni. Non succedeva da più di un mese. Nella notte tra sabato e ieri i russi hanno riportato indietro le lancette dell’orologio a quel 28 aprile, quando anche il segretario dell’Onu Antonio Guterres, in visita a Kiev, fu suo malgrado testimone della devastazione dei missili cruise sulle zone residenziali. Da quel giorno la capitale ha vissuto una parvenza di normalità. Adesso Putin ha mandato il suo messaggio: nessuno è al sicuro in Ucraina.
L’attacco missilistico su Kiev è stato sferrato - la conferma arriva dal Cremlino - da un bombardiere strategico Tupolev 95 che sorvolava il Mar Caspio. Cinque missili da crociera: uno è stato intercettato e distrutto dai sistemi antimissile ucraini, gli altri quattro hanno colpito due quartieri di periferia. Obiettivi militari tra i palazzi dell’hinterland. Nessun morto, un ferito. I russi hanno distrutto i depositi dell’Ukrzaliznytsia, la ferrovia nazionale, e hangar di carri armati T-72, vecchi blindati di fabbricazione sovietica appena forniti all’Ucraina dalla Polonia e dalla Repubblica Ceca.
Il bombardamento su Kiev rafforza l’avvertimento lanciato da Vladimir Putin durante un’intervista trasmessa in prima serata sul canale principale della tv pubblica Rossiya-1. Lo zar è apparso rilassato, seduto vicino all’intervistatore, quasi a voler smentire le notizie di fonte americana per cui avrebbe il cancro. I rifornimenti di armi della Nato non lo preoccupano, ha detto. «L’unico effetto è prolungare il conflitto». Ma tutto cambierebbe, è la minaccia implicitamente rivolta agli Stati Uniti, «se l’Occidente fornirà missili a lungo raggio». «In quel caso la Russia colpirà strutture finora risparmiate dal conflitto». Innescando un’escalation fuori controllo.