Il volto spietato della guerra ha i lineamenti di un ragazzino senza un filo di barba e la testa rasata. A capo chino, in una gabbia di vetro nell’aula del tribunale di Kiev, ascolta la traduzione dell’accusa. E alla fine della requisitoria il pubblico ministero gli chiede: «Ammette la sua colpa?». «Sì», risponde. E il pm: «Completamente?». «Sì». Rischia l’ergastolo.
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Il primo soldato russo alla sbarra per crimini di guerra si chiama Vadim Shishimarin. È un sergente di 21 anni, arriva dalla regione sud orientale russa di Irkutsk.
Quel giorno la divisione di Vadim era stata sbaragliata dall’esercito ucraino. Il soldato è fuggito con altri quattro commilitoni su un’auto rubata. Nel villaggio hanno incrociato l’uomo in bici. Il suo comandate gli ha detto: «Ammazzalo». Lui ha eseguito l’ordine.