Green pass obbligatorio, scatta l'allarme: «Da lunedì 2 milioni di persone non potranno andare a lavoro»

Le persone non ancora vaccinate sono nella fascia di età tra i 20 e i 59 anni: la stragrande maggioranza dei lavoratori italiani

Green pass obbligatorio, scatta l'allarme: «Da lunedì 2 milioni di persone non potranno andare a lavoro»
Green pass obbligatorio, scatta l'allarme: «Da lunedì 2 milioni di persone non potranno andare a lavoro»
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Sabato 16 Ottobre 2021, 10:59 - Ultimo aggiornamento: 17 Ottobre, 14:26

Disagi per il Green pass obbligatorio sul posto di lavoro. Lunedì prossimo 2 milioni di lavoratori non potranno recarsi in fabbrica o in ufficio perché impossibilitati a farsi il tampone per ottenere il certificato verde. A denunciare il problema è l’Ufficio studi della Cgia di Mestre che spiega come le farmacie e le strutture pubbliche/private dedicate a questo servizio non possano effettuare il numero di tamponi necessari per coprire la richiesta. E chi ne paga le conseguenze sono i lavoratori che saranno costretti a rimanere a casa senza retribuzione.

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Secondo le stime del Governo, sarebbero 3 milioni i lavoratori italiani senza il Green pass, pari al 13 % circa degli occupati presenti nel nostro Paese. Per accedere al proprio posto di lavoro, entro la fine dell’anno, i lavoratori dovranno fare ogni 2 giorni il tampone.

Attualmente l’offerta è molto inferiore: ieri, ad esempio, il numero di tamponi realizzati in Italia è stato di poco superiore a 506 mila. Ipotizzando un aumento della produttività da parte delle farmacie e delle strutture dedicate a fare questi test, dopodomani il numero complessivo potrebbe salire fino a 700mila. Se a questo numero aggiungiamo le oltre 300 mila persone che per ragioni di salute non sono obbligate al possesso della certificazione, rimarrebbero, calcola la Cgia, senza pass circa 2 milioni di lavoratori.

Mancano i dati precisi sul numero di lavoratori non vaccinati, sottolinea la Cgia. Gli unici disponibili provengono dalla Presidenza del Consiglio e fotografano il numero di persone non ancora vaccinate all’8 ottobre scorso nella fascia di età tra i 20 e i 59 anni, nonchè la stragrande maggioranza dei lavoratori presenti nel Paese. Ovviamente tra queste persone sono inclusi anche i disoccupati e gli inattivi

La regione più “no vax” è la Sicilia, la percentuale è pari al 24,3 per cento ed è costituita da 625.565 persone non vaccinate. Seguono la Calabria con una tasso del 23,4 per cento (226.745 non immunizzati), la Provincia Autonoma di Bolzano con il 22,7 per cento (63.570 non vaccinati), la Valle d’Aosta con il 21 per cento (13.017 non vax) e le Marche con il 20,4 per cento (156.724 non vaccinati). Le situazioni più virtuose, invece, si riscontrano in Lombardia (14,3 per cento di non vaccinati), nel Lazio (14,2 per cento) e in Toscana (13,8 per cento). Tra le 4 macro aree del Paese è il Sud a presentare il più alto numero di non vaccinati (2.143.769 pari al 20 per cento del totale della popolazione tra i 20 e i 59 anni).

In Italia, infine, i “no vax” in età lavorativa sono 5.432.118, pari al 17,4 per cento della coorte 20-59 anni.

Secondo l’Ufficio studi della Cgia, per risolvere questa situazione il Governo ha due possibilità: stabilire che il Green pass si ottiene solo attraverso l’inoculazione del vaccino, eliminando così il problema dell’impossibilità di fare i tamponi a tutti; o mobilitare l’Esercito, la Protezione civile o altri, affinché vengano diffuse su tutto il territorio nazionale delle unità mobili in grado di fare i test, garantendo così a tutti il diritto di conseguire, ancorché temporaneamente, il certificato verde.

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