Tra contestazioni e proteste di piazza scatta il 15 ottobre l’obbligo di green pass per circa 23 milioni di lavoratori. Da venerdì tutti dovranno avere ed esibire su richiesta la certificazione verde che attesta la vaccinazione anti-Covid, l’avvenuta guarigione dall’infezione o la negatività a un tampone. Secondo l’ultimo report del governo in Italia ci sono ancora 8,4 milioni di persone non vaccinate. Di queste, più di 6 milioni sono in età lavorativa.
VALIDITÀ. Chi ha completato il ciclo vaccinale ha un green pass valido per 12 mesi dall’ultima dose di vaccino.
CONTROLLI. Sia nel settore pubblico che nel privato le verifiche spettano ai datori di lavoro. Le linee guida predisposte dal ministero della PA e della Salute prevedono che i controlli dovranno essere svolti giornalmente e preferibilmente all’accesso in ufficio, a campione (in misura non inferiore al 20% e con un criterio di rotazione) o a tappeto, con o senza l’ausilio di sistemi automatici. Il governo renderà disponibile una piattaforma online per la verifica ma sarà anche consentito l’utilizzo dell’applicazione “VerificaC19”.
SANZIONI. Chi non ha il pass sarà considerato assente ingiustificato e non riceverà più lo stipendio. Il lavoratore che accede al lavoro senza green pass, è sanzionato con una multa che va da 600 a 1500 euro. Il datore che non controlla il rispetto delle regole rischia una sanzione da 400 a mille euro. La violazione andrà comunicata al prefetto che irrogherà le multe.
TAMPONI. Fino al 31 dicembre, chi non può vaccinarsi potrà fare il tampone gratis, mentre per tutti gli altri il costo sarà di 15 euro, che scende a 8 per i minori di 18 anni. I prezzi calmierati però sono applicati solo dalle farmacie che aderiscono al protocollo. Il prezzo calmierato è assicurato anche da tutte le strutture sanitarie convenzionate o accreditate con il Servizio sanitario nazionale.