Chiede il green pass per entrare nel suo locale, e viene sommersa di insulti. Accade a Palermo dove la titolare dell'enoteca letteraria 'Prospero', Cinzia Orabona, aveva affisso sulla porta di ingresso e diffuso sui social un avviso che impedisce alle persone non coperte da almeno una dose di vaccino anti Covid di frequentare il locale: il risultato è che Cinzia è stata pesantemente insultata e minacciata sui social.
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«Siamo da sempre aperti a tutti i generi, a tutte le età, ai cani, agli unicorni e agli hobbit.
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Dopo le critiche, le minacce e gli insulti, arriva poi sempre tra i commenti la replica della proprietaria: «Avete paragonato le vaccinazioni all'Olocausto. Mi avete dato della fascista e della razzista. Avete mostrato la violenza tipica dei leoni da tastiera. Non conosco una sola persona che giura e spergiura di non tornare mai più da Prospero. Accetto critiche ma non insulti. Accetto discussioni civili ma non minacce».
Anzaldi (Italia viva): le istituzioni la tutelino
In sua difesa è intervenuto il deputato di Italia Viva Michele Anzaldi: «Le istituzioni tutelino la titolare dell'enoteca di Palermo che chiede ai clienti il certificato vaccinale per poter consumare e ha subito insulti razzisti e addirittura minacce», le sue parole. «Senza l'impegno di tutti, senza piccoli incentivi come questo a vaccinarsi - aggiunge Anzaldi - rischiamo che l'irresponsabilità di pochi danneggi la vita di tutti».
«L'Enoteca letteraria Prospero - prosegue Anzaldi - rappresenta un esempio di successo di come coniugare vino, editoria, cultura enograstronomica e socialità: visto il coraggio della titolare nel sostenere a proprie spese la diffusione della campagna vaccinale, sarebbe doveroso che i mezzi di informazione, a partire dal servizio pubblico Rai, ne dessero massima visibilità, come hanno già fatto alcune testate come 'Avvenire'. L'esercente di Palermo, come ha spiegato motivando la sua decisione, ora sta lavorando per pagare i debiti accumulati durante il lockdown e non può permettersi nuove chiusure. Quei politici che mandano messaggi equivoci vezzeggiando i no-vax oppure non dichiarando se si sono vaccinati o meno finiscono per essere i primi fautori di nuove possibili chiusure».