Per dei beni, come la benzina, il cui prezzo continuerà a salire, ce ne sono altri che invece potrebbero presto mancare. Colpa del conflitto tra Russia e Ucraina: le conseguenze saranno anche nel settore del cibo, con diversi prodotti che potrebbero sparire dai supermercati.
Guerra e caro benzina, a rischio le consegne di merci deperibili
Sia a causa delle materie prime che arrivano dai quei Paesi sia per il rincaro energetico e della benzina e le conseguenti proteste, anche dei trasportatori. Il settore sotto osservazione è quello dell'agroalimentare: secondo l'Assitol (Associazione italiana dell’industria olearia), le scorte di olio estratto dai semi di girasole potrebbero finire entro la fine del mese.
Il problema cereali
Il 20% delle importazioni nell'Ue di grano, compresa l'Italia, arriva dall'Ucraina. Ma a riguardare il nostro Paese sarà in generale il problema cereali (tra cui anche il mais) che così rischierebbero di non arrivare più. E con loro anche segale, miglio, sale, zucchero e carne che non potranno uscire più dall'Ucraina fino alla fine del 2022, secondo Reuters. Per questi ultimi però le conseguenze sarebbero diverse, cioè l'aumento dei prezzi delle scorte disponibili e solo in un secondo momento l'esaurimento. Specialmente se non si dovessero trovare Paesi in grado di esportarne altrettanto.
I rischi, secondo Alleanza Coop, si potrebbero ripercuotere anche su altri prodotti. «Siamo nelle settimane cruciali per la programmazione della coltura del pomodoro da industria e il rischio è che molti produttori possano scegliere di puntare su altri prodotti come mais, sorgo, girasole e soia, che andranno seminati a breve e che erano, fino a oggi, oggetto di importanti flussi in ingresso da Russia, Ucraina e Ungheria. Tali coltivazioni potranno da ora in poi risultare particolarmente interessanti per gli alti prezzi raggiunti. Il rischio di un radicale cambiamento nelle scelte produttive è reale».
L'allarme di Coldiretti
Coldiretti intanto lancia l'allarme: «L'esplosione dei costi e la crisi delle forniture di mangimi dall'estero sta costringendo gli allevatori toscani ad iniziare a razionare l'alimentazione. Negli allevamenti bovini, per esempio, si sostituirà la farina con il fieno perché il mais inizia a scarseggiare e ha toccato prezzi folli. Siamo di fronte al rischio concreto di non riuscire a garantire l’alimentazione del bestiame».
La corsa nei supermercati
Così per molti prodotti è già cominciata la corsa nei supermercati per fare le scorte a buon prezzo. Coop Firenze ha raccontato di «diversi episodi di accaparramento» che si sono verificati nei suoi punti vendita, tale da imporrre «un limite all'acquisto di 4 pezzi per carta socio per olio di semi di girasole, farina e zucchero, prodotti di largo consumo quotidiano, pur sottolineando che al momento non emerge alcun rischio relativo alla mancanza di prodotti nei suoi supermercati». Ma l'isteria da acquisti è arrivata in tutta Italia: a Treviso sono stati segnalati punti vendita in cui già manca l'olio di girasole, in Sardegna un audio-truffa segnalava possibili carenze di scorte di cibo per 15 giorni dovute a uno sciopero.
Se è vero che la situazione nei supermercati è sotto controllo, lo è altrettanto che da lunedì 14 marzo diverse associazioni a tutela degli autotrasportatori hanno in programma di scioperare contro il vertiginoso caro carburanti, rendendo difficile il viaggio dei prodotti verso i punti vendita. Come spiega Coldiretti l'85% delle merci in Italia viaggia su strada grazie ai camion. Senza dimenticare il problema dell'energia: il comparto alimentare, sottolinea Coldiretti, richiede «ingenti quantità di energia, soprattutto calore ed energia elettrica, per i processi di produzione, trasformazione, conservazione dei prodotti di origine animale e vegetale, funzionamento delle macchine e climatizzazione degli ambienti produttivi e di lavoro». Anche l'energia elettrica sta attraversando forti rincari.
Il pesce
Sul fronte pesce, da alcuni giorni i pescherecci di diverse marine italiane sono fermi: anche loro protestano per l'aumento dei prezzi dei carburanti. Il pesce italiano potrebbe quindi diminuire nelle pescherie e nei supermercati. Per questo sono attese le mosse del governo con il piano di Draghi per far fronte all'emergenza.