Giornata della Memoria, dal web storie nuove e commoventi: «Ecco come mia madre ha salvato due ragazze ebree»

Giornata della Memoria, dal web storie nuove e commoventi: «Ecco come mia madre ha salvato due ragazze ebree»
Giornata della Memoria, dal web storie nuove e commoventi: «Ecco come mia madre ha salvato due ragazze ebree»
di Silvia Natella
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Lunedì 27 Gennaio 2020, 14:35
Oggi - Giornata della Memoria - in molti ricordano gli orrori della Seconda Guerra Mondiale e dell'Olocausto. Sono trascorsi più di settant'anni, i testimoni diretti piano piano scompaiono e calano le visite ai luoghi simbolo di quel massacro. A far da contraltare a episodi di antisemitismo che ancora sconvolgono la comunità italiana - come quello di Mondovì di pochi giorni fa - restano le storie dei sopravvissuti e degli eroi che a rischio della propria vita hanno salvato gli ebrei.

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Grazie ai social anche i giovanissimi possono venire a conoscenza di quello che è successo. Elsa Morante nel capolavoro "La Storia" sottolineava come la grande macchina degli avvenimenti mondiali travolga inevitabilmente i singoli, le cui "piccole" tragedie umane non sono meno degne di essere raccontate. Dal web spunta così una vicenda, nuova, piccola e commovente. 
 

«Voglio raccontare una storia - si legge sul profilo Twitter di Stefy Lady B - una storia vera in memoria della Shoah. La protagonista è mia madre. Era il 1943, lei così piccola ma così coraggiosa, durante il rastrellamento nella mia cittadina in fretta e furia nascose due ragazze ebree, di nascosto dai miei nonni, nell'intercapedine di un sottotetto di un palazzo che confinava con la sua casa». 

Con l'emanazione delle leggi razziali gli ebrei furono perseguitati anche in Italia, ma molti connazionali dell'epoca riuscirono a dare prova di coraggio e di solidarietà mettendo in salvo persone o famiglie intere. 

La curiosità degli utenti ha spinto a chiedere ulteriori dettagli: «Per arrivare al nascondiglio, mi raccontava che doveva camminare sul tetto della sua casa per poi arrampicarsi da un finestra, salire in questa soffitta, dove c'era una specie di botola che portava in questo spazio tra tetto e soffitta. Le ragazze rimasero lì per molto tempo, lei portava il cibo, le coperte, tutto quello che poteva. La cosa allucinante era che i tedeschi avevano occupato il negozio affianco al portone di casa e ogni volta che lei usciva o entrava passava davanti a loro tremando come una foglia». «Le ragazze - conclude - erano due cugine, il loro cognome era Spizzichino. Cmq si solo salvate!»
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