Finto ginecologo 'Alberto Berti' adesca su Kik e stupra minorenni: «Sesso non protetto, diceva di essere sterile»

Finto ginecologo 'Alberto Berti' adesca su Kik e stupra tre minorenni: «Sesso non protetto, diceva di essere sterile»
Finto ginecologo 'Alberto Berti' adesca su Kik e stupra tre minorenni: «Sesso non protetto, diceva di essere sterile»
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Venerdì 1 Marzo 2019, 10:14 - Ultimo aggiornamento: 16:47

Si spacciava online come il rinomato ginecologo «Alberto Berti», il 50enne arrestato per adescamento di minori, violenza sessuale aggravata e detenzione di materiale pedo-pornografico dagli investigatori del commissariato di Monza lo scorso 20 febbraio. L'indagine 'Octupus', coordinata dal sostituto procuratore di Milano, Letizia Mannella, e il pm Francesca Gentilini, ha cristallizzato almeno tre episodi di adescamento in cui in due casi il 50enne, ingegnere e padre di famiglia incensurato, ha abusato sessualmente di due ragazzine rispettivamente di 15 e 17 anni. 

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Secondo quanto ricostruito finora, l'uomo aveva creato un'ampia rete di profili social falsi, spacciandosi per appunto il ginecologo Berti e per ragazzine coetanee delle sue vittime. Il 50enne ha adescato e convinto le ragazze minorenni a rapporti sessuali non protetti, millantando di aver subito un intervento chirurgico che in sostanza lo aveva reso sterile.Su Facebook, Instagram e Kik, il predatore sessuale consigliava alle minorenni con cui entrava in contatto di rivolgersi allo studio medico 'Berti' perchè offriva il portentoso trattamento 'Neutro' che, a seconda delle esigenze serviva come anticoncezionale, o curava la frigidità e la sterilità.

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A quel punto alle giovani che cadevano nella sua trappola il 50enne organizzava un appuntamento con loro nel suo 'studio' in un appartamento di uno stabile residenziale nella provincia brianzola dove sono poi avvenute le violenze sessuali. L'indagine è iniziata lo scorso novembre a seguito della denuncia del padre di una delle vittime che aveva trovato di confessare ai propri genitori quanto successo. Il 50enne non aveva un modus operandi predefinito, ma modulava il proprio comportamento in base alle caratteristiche psicologiche di ciascuna vittima.

Nel primo caso l'uomo aveva fatto credere alla ragazzina di essere la «preferita» e, dalla quale, contrariamente a quanto dichiarava avvenire per la sua clientela, non pretendeva un pagamento per le portentose prestazioni offerte. Nel secondo caso, invece, facendo leva sulla fragile personalità della vittima 15enne, l'aveva costretta a subire rapporti sessuali minacciandola verbalmente di pretendere 365 euro in caso di rifiuto di portare a termine la prestazione e di coinvolgere la sua famiglia se non avesse pagato.

La procura ritiene che possano essere molti di più casi e in conferenza stampa hanno lanciato un appello rivolto ai genitori che invita loro a mantenere alta l'attenzione sulla vita online dei propri figli. «Occorre - ha osservato il sostituto procuratore Mannella - che noi adulti stiamo attenti a quello che fanno i nostri ragazzi, siamo le sentinelle del futuro dei nostri figli e dobbiamo insegnare loro un uso consapevole dei mezzi tecnologici perchè quello degli adescatori si tratta di un fenomeno trasversale».

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