Gina Lollobrigida, alla sbarra l'ex manager Andrea Piazzolla. L'accusa: ha messo le mani sul patrimonio della diva

gina lollobrigida_andrea piazzolla_processo
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di Emilio Orlando
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Venerdì 10 Luglio 2020, 08:00 - Ultimo aggiornamento: 08:29

Circonvenzione d’incapace nei confronti dell’attrice Gina Lollobrigida. Dovrà rispondere per questo reato il manager 32enne Andrea Piazzolla, curatore della società che gestiva e curava i beni della sex symbol della commedia all’italiana anni ‘50. A disporre il giudizio in tribunale, per il prossimo 1° dicembre è stato il Gup Emanuela Attura. 
Secondo il pm Eleonora Fini, Piazzolla avrebbe raggirato l’attrice abusando del suo stato di debolezza psichica, facendosi nominare amministratore della Vissi d’Arte (società che gestisce i soldi della diva originaria di Subiaco) per sottrarle soldi. A denunciare il presunto raggiro ordito da Piazzolla è stato il figlio della donna Milko Skofic, nel 2017 con l’avvocato Michele Gentiloni Silveri. Secondo quanto ricostruito durante le indagini preliminari, il manager- con una serie di artifizi e raggiri andati avanti nel quinquennio compreso tra il 2013 ed il 2018 - oltre ad autoaccreditarsi bonifici e giroconti avrebbe anche fatto firmare alla protagonista dei film cult “La romana” e “Pane amore e fantasia”, documenti che di fatto lo nominavano amministratore unico di altre società immobiliari dandogli la possibilità di vendere 3 appartamenti del valore di 2 milioni di euro in via di San Sebastianello vicino piazza di Spagna, per poi comprare 15 fra auto e moto di lusso per un milione di euro: tutto a spese di Lollobrigida, per dissimulare il denaro che si ipotizza fosse stato sottratto con l’inganno. «Questo rinvio a giudizio per me è una grande opportunità dove finalmente potrò iniziare a chiarire tante cose», ha dichiarato Andrea Piazzolla.
Secondo gli psichiatri forensi, che hanno stilato la perizia su Gina Lollobrigida, quest’ultima risulta “sana di mente ma con alcuni tratti narcisistico persecutori” che la renderebbero “raggirabile e vulnerabile nella capacità di discernimento”.
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