Giacomo Alvino, invalido dopo il parto: ha scritto (col ginocchio) la sua prima opera teatrale, ora sogna di andare in scena

Giacomo Alvino, invalido dopo il parto: ha scritto (col ginocchio) la sua prima opera teatrale, ora sogna di andare in scena
Giacomo Alvino, invalido dopo il parto: ha scritto (col ginocchio) la sua prima opera teatrale, ora sogna di andare in scena
di Simone Pierini
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Giovedì 25 Aprile 2019, 17:53 - Ultimo aggiornamento: 18:11
«Vivo, creo, sogno!». Si chiama Giacomo Alvino, viene dal Vomero, quartiere collinare di Napoli. Ora fa il drammaturgo. Con la sua forza d'animo è riuscito ad ottenere risultati clamorosi, pur essendo invalido per un trauma da parto, causato da un uso improprio di un forcipe, che gli ha leso 46 anni fa i centri motori e della parola. La storia la racconta il quotidiano frepress «Napoli». Giacomo non si è mai arreso, nonostante il grave handicap, ed ha sempre intrapreso molteplici e varie attività. Tutto quello che gli serve o che vuole esprimere lo scrive al computer - che usa giorno e notte azionando con il ginocchio destro una levetta collegata ad una «usb».



Con l'ausilio del computer ha studiato e si è diplomato in Ragioneria, nel ramo di Direzione aziendale con una votazione di 53/60. Negli anni passati ha lavorato attivamente anche nel settore della moda: per tredici anni è stato uno stilista apprezzato da Guillermo Mariotto che, dopo uno stage all'Accademia di moda di via Duomo, lo ha notato e voluto con lui a lavorare per ben cinque anni alla maison «Gattinoni».

Le sue creazioni sono state indossate da attrici belle e famose come Sabrina Ferilli e Athina Cenci e anche da altre donne di spettacolo come Enrica Bonaccorti ed Ela Weber. Ma Giacomo ha anche una vena artistica e drammaturgica ed ha appena scritto un'opera teatrale, «Vivo, creo, sogno!», un'autobiografia in chiave ironica, ed ora confida nell'aiuto di donatori per racimolare quanto gli serve per metterla in scena, ad ottobre.



«Mi piace rimettermi in gioco con questo spettacolo teatrale perché è sempre bello giocare con la vita - commenta Giacomo - Sono in fibrillazione all'idea di realizzare il mio sogno ma la cosa più importante per me è sapere di poter contare sull'aiuto e l'affetto di tante persone ed amici»

Giacomo ha aperto una raccolta fondi per riuscire nel suo lavoro. E si descrive così: «I primi anni ho rischiato di morire ogni giorno soffocato dalla saliva - ha scritto - fortunatamente il mio organismo ha reagito grazie anche alle cure di vari specialisti e alla forza di mia madre. A sei anni ho subito la prima discriminazione: cacciato dalla scuola solo perchè disabile! La vicenda ha commosso l'Italia e sono tornato a studiare con i miei compagni. Diplomato in ragioneria nel ramo di "Direzione aziendale" con 53/60... qui ho avuto fortuna, diciamo così!». 
 
«Non vado molto d'accordo con questo mondo, sono un esteta e il mio desiderio di "Bellezza" è stato più forte di tutto! - spiega ancora Giacomo che presenta il suo progetto - Quattro anni fa ho sentito il "bisogno" di scrivere “NidoBianco2.0”, esigenza nata dall'esprimere parte del mio privato in modo onirico... ho disegnato un alter ego. "NidoBianco2.0" è una performance teatrale che racconta la difficoltà di vivere serenamente la propria bisessualità a causa dei condizionamenti familiari e della fragilità del protagonista. Fabio, attratto dalla "normalità", fa un percorso evolutivo che attraversa varie fasi scoprendo un reale rapporto con "l’altro" e con sé stesso. Infatti, grazie all'incontro con Alessio, Fabio riesce pian piano a liberarsi dei pregiudizi indotti cambiando la percezione di "normalità" e tenta di affrontare gli incubi del passato e le apperenti sicurezze del presente».
 
 
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