SOS povertà: boom di denunce al 112 per lo "scippo del carrello"

SOS povertà: boom di denunce al 112 per lo "scippo del carrello"
di Mario Fabbroni
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Lunedì 30 Marzo 2020, 05:01 - Ultimo aggiornamento: 08:57
«Gli SOS sono aumentati almeno del 30 per cento». Ogni giorno le richieste di aiuto ai comuni, soprattutto da parte dei nuovi indigenti, sono in ascesa e spesso fanno accapponare la pelle. Come la storia raccontata dal sindaco di Ercolano, vicino Napoli: «Una donna ha raccontato di aver venduto il proprio anello nuziale per avere credito e fare la spesa». Lui, il primo cittadino Ciro Buonajuto, ha deciso di devolvere parte dell'indennità mensile ai pover del coronavirus.

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Storie da libro Cuore, ma il rischio di innescare rivolte sociali è altissimo. Un'informativa del Ministero dell'Interno ha già messo in guardia le Questure delle principali città del Sud. A Napoli, in poche ore, sono arrivate 700 richieste di aiuto al numero del Comune istituito per raccogliere il grido di dolore: e non è neppure iniziata a compilazione della lista per il buono spesa annunciato dal Governo. Coloro che prima sbarcavano il lunario tra reddito di cittadinanza e lavoretti saltuari o in nero, non riescono più a pagare bollette e fitto di casa. Secondo le stime Istat sul sommerso, il nero riguarda almeno il 20% della forza lavoro.
Si sta diffondendo un nuovo virus: la fame. Al Sud si accendono i primi roghi di proteste. La Sicilia è la regione da cui divampano i focolai, in alcuni casi c'è anche lo zampino della mafia ma le scene viste in un supermercato di Catania e documentate da video sui social fanno capire che l'emergenza vera è quella di chi oramai non riesce più a sfamare i propri cari. A Palermo nei quartieri popolari in molti chiedono cibo.
I carrelli della spesa vengono sorvegliati da carabinieri e poliziotti come fossero lingotti d'oro. Al 112 arrivano numerose segnalazioni di scippi: ma non sono i Rolex nel mirino dei malviventi, bensì quei cittadini che riempiono le buste della spesa specie nel fine settimana. 

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