Nella città di Montalbano, corteo funebre sfida i divieti Coronavirus: denunciate 48 persone (incluso il sacerdote)

Nella città di Montalbano, corteo funebre sfida i divieti Coronavirus: denunciate 48 persone (incluso il sacerdote)
di Mario Meliadò
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Martedì 10 Marzo 2020, 15:57

Dopo il “fattaccio” a San Marco in Lamis, nel Foggiano, con oltre 400 persone a seguire la bara con dentro un morto rivelatosi poi la prima vittima pugliese del Covid-19, pareva ormai assodato a suon d’espliciti divieti in tutt’Italia che i cortei funebri sono vietati. Lecita solo un’informale e rapida benedizione della salma, nient’altro, in nome della salute del corpo: per la salute delle anime ci sarà tempo in sèguito per officiare Sante Messe a suffragio, hanno sottolineato in ogni angolo del Belpaese le autorità civili e religiose. Eppure, a Porto Empedocle (Agrigento, Sicilia “profonda”: ma la cittadina è più nota per essere il luogo natio di Andrea Camilleri, in cui il compianto scrittore ha immaginato in azione il “suo” commissario Salvo Montalbano), l’ovvia e necessaria misura per il contenimento del contagio, incredibilmente, ha visto in queste ore una violazione di massa.

Malgrado anche il cardinale dell’antica Girgenti, Francesco Montenegro, e il primo cittadino di Porto Empedocle, Ida Carmina, avessero a loro volta ribadito il perentorio divieto d’ogni cerimonia, anche per l’“estremo saluto” a chi ci ha lasciato, paradossalmente 48 persone hanno privilegiato la solidità di certe antiche tradizioni di fede e di popolo alla tutela della pubblica incolumità. Così, ieri pomeriggio i partecipanti al rito sono giunti a piedi – celebrante in testa – al cimitero della cittadina dell’Agrigentino per dire addio al defunto di turno: per fortuna, alcuni passanti si sono resi conto della singolare violazione della legge e del buonsenso che stava avvenendo e hanno sùbito avvisato i carabinieri della locale stazione.

I militari inviati da piazza Donegani sono accorsi fulmineamente e hanno bloccato sùbito il serpentone umano. Ma il folto corteo funebre aveva già fatto il giro di tutte le vie della “Vigata” immaginata da Camilleri: a quel punto, agli uomini dell’Arma non è rimasto che denunciare tutti a piede libero per assembramento e mancato rispetto del “droplet” (la famigerata distanza minima di un metro che dev’essere immancabilmente rispettata per non mettersi a rischio e non mettere a rischio gli altri). Adesso, i 48 soggetti denunciati rischiano fino a tre mesi di carcere. Incluso il sacerdote alla guida del corteo funebre, che potrebbe a sua volta affrontare un processo per violazione dell’articolo 650 del Codice penale. Nella pattuglia di fedeli che hanno privilegiato riti sacri e amicizia verso il defunto alla ragione e al rispetto delle norme, per ulteriore paradosso, c’era anche il padre dell’assessore comunale alla Cultura di Porto Empedocle Calogero Conigliaro. Inutile dire che il «giro di vite» posto in essere dai carabinieri del Comando provinciale di Agrigento contro le violazioni alle disposizioni per arginare i contagi da coronavirus interesserà anche l’anziano genitore dell’amministratore comunale.

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