Fidanzati uccisi a Lecce, il killer confessa: «Sono stato respinto e non riuscivo a trattenere la rabbia»

Fidanzati uccisi a Lecce, il killer confessa: «Sono stato respinto e non riuscivo a trattenere la rabbia»
di Alessia Strinati
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Giovedì 8 Ottobre 2020, 14:59 - Ultimo aggiornamento: 15:11

Potrebbero essere state due delusioni d'amore a scatenare la rabbia che ha portato Antonio De Marco ad uccidere barbaramente a Lecce l'arbitro Daniele De Santis e la sua fidanzata Eleonora Manta. È quanto si evince da un passaggio dell'interrogatorio reso dall'assassino reo confesso davanti al gip, nel quale comunque non spiega il movente delitto. Alla domanda del giudice se avesse avuto una delusione amorosa, un amore non corrisposto, il 21enne aspirante infermiere risponde «Sì, un paio di mesi fa qui a Lecce. Una compagna di corso. Non ci sono uscito, ci frequentavamo nell'ambito universitario, ma lei mi ha detto che dovevano restare amici». Alla domanda del gip se l'essere stato in qualche modo respinto possa essere un «ingrediente della tua rabbia»: De Marco risponde «Si».

«A volte ero assalito da crisi di rabbia». Confessa questo durante un lungo interrogatorio Antonio De Marco, reo confesso del duplice omicidio di Daniele De Santis e Eleonora Manta, i due fidanzati di Lecce trovati senza vita nella lor o abitazione. Il 21enne ha ammesso il delitto e in questi gironi è stato sottoposto a diverse domande dagli inquirenti per capire cosa possa averlo spinto a un simile gesto.

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«Sarà stato dettato tutto dalle crisi che ho avuto quel giorno e mi sono deciso a farlo, alle volte riuscivo a fermare i miei pensieri, sia quelli autolesionistici che quelli magari rivolti ad altri… quel giorno no.

A volte venivo assalito da crisi di rabbia. C'erano dei momenti in cui desideravo farmi del male, non so esattamente il motivo», ha raccontato nell'interrogatorio durante l'udienza di convalida del fermo nel carcere di Lecce davanti al gip del tribunale Michele Toriello, del pm Maria Consolata Moschettini e dei suoi avvocati difensori Giovanni Bellisario e Andrea Starace.

Il 21enne ha spiegato che non sa cosa lo abbia spinto a quel delitto, di quel giorno ha in alcuni momenti ricordi molto chiari, altri passaggi restano invece confusi e vaghi. Ha ammesso di avere molta rabbia nei confronti dei due fidanzati e di averla nutrita anche per altre persone, ma ha spiegato che non ne conosce il motivo: «Mi sentivo solo, a volte non riuscivo a controllare i pensieri». Il giovane ha poi confessato di aver pensato all'omicidio già da agosto, quando ancora viveva in casa con la coppia. 

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