Fabrizio Pregliasco a Leggo: «Supereremo i 100mila contagi. Cosa fare? Zone rosse iperlocali o lockdown dei no-vax»

Il virologo: "Omicron più debole? Sembra di sì. Ma dobbiamo continuare a valutare"

Fabrizio Pregliasco a Leggo: «Supereremo i centomila contagi. Cosa fare? Zone rosse iperlocali o lockdown dei non vaccinati»
Fabrizio Pregliasco a Leggo: «Supereremo i centomila contagi. Cosa fare? Zone rosse iperlocali o lockdown dei non vaccinati»
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Mercoledì 29 Dicembre 2021, 07:35 - Ultimo aggiornamento: 30 Dicembre, 08:41

Professor Pregliasco, gli italiani sono spaventati e confusi in questo momento. I dati di martedì sono molto alti. Erano prevedibili, ma fanno impressione. Con l'anno nuovo anche noi toccheremo i centomila contagi al giorno?

«Penso proprio di si, e andrà avanti fino a fine gennaio e oltre. Spero che la vaccinazione a tre dosi possa lenire l'ondata. Temo che si dovranno prevedere anche altri tipi di provvedimenti».

Pensa allo smart working o ad un ritorno alla Dad?

«No, a questo penseremo più avanti, vedendo come evolve questa ondata»

Cosa farebbe?

«Sicuramente bisogna fare passi progressivi, intervenendo a livello locale individuando in maniera chirurgica zone arancioni o rosse.

Oppure con misure più estreme come il lockdown dei non vaccinati»


Professore, sono da rivedere i parametri con cui le regioni oggi cambiano di colore e che sono legati ai dati degli ospedali?

«Forse bisognerebbe ragionare in maniera più localizzata, più chirurgica come dicevo prima. Magari applicandoli a livello provinciale».

Proviamo a fare chiarezza: Omicron porta ad una malattia meno severa rispetto a Delta e al Covid originario?

«Sembrerebbe. Dobbiamo continuare a valutare. In Sudafrica la mortalità con Omicron è scesa allo 0.23. Ma lì c'è una popolazione più giovane e le temparature in questo momento sono diverse rispetto a quelle che abbiamo qui noi, in pieno inverno. È sicuramente meno lieve per i vaccinati».

E' un segno che Covid si sta endemizzando?

«Tutti i virus cercano di essere i più blandi possibili per sopravvivere - senza uccidere colui che lo ospita - al fine di trasmettersi meglio. E Omicron sembra farlo egregiamente».

È vero che la curva di Omicron è molto repentina nel salire e nel raggiungere il suo apice e poi altrettanto veloce nella discesa?

«Così è stato in diverse nazioni che ci hanno anticipato. Potrebbe essere che così si risolva molto velocemente. Noi dobbiamo considerare quello che stiamo vivendo come quello che accade quando si getta un sasso nello stagno: avremo varie ondate»


Perché in Inghilterra, dove ci sono un numero di contagi che sono circa il doppio del nostro, ci sono gli stessi numeri di decessi?

«Hanno avuto prima l'ondata. Loro hanno passato momenti più difficili nelle settimane scorse. Senza contare che non è mai facile fare questi raffronti». 

Lei è d'accordo con chi ipotizza di ridurre la quarantena dei contatti stretti dei positivi?

«La cosa ha un suo perché. Oramai sappiamo che la contagiosità si concentra nei primi giorni di malattia. Per questo isolare i contatti stretti dei positivi per cinque giorni e poi "liberarli" dopo un tamponi ha senso. L'importante è la quarantena duri qualcosa in più per i non vaccinati». 

Professore: dopo le vacanze possiamo riprendere la nostra vita normale andando in ufficio e nostri figli a scuola davanti a questi numeri?

«Siamo nella stagione in cui i virus respiratori prolificano. A gennaio avremo il picco di questa ondata, poi ne avremo altre, probabilmente più piccola il prossimo autunno inverno, dopo la tranquillità dell'estate. Intanto dobbiamo vedere come procede questa ondata per prendere le adeguate decisioni sui vari temi»

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