Fabrizio Miccoli esce dal carcere e rompe il silenzio: «Ho fatto un grosso errore»

Dopo la scarcerazione l'ex capitano del Palermo rompe il silenzio: "Pronto a mostrare il vero Fabrizio Miccoli"

Fabrizio Miccoli esce dal carcere: «Ho fatto un grosso errore»
Fabrizio Miccoli esce dal carcere: «Ho fatto un grosso errore»
di Niccolò Dainelli
3 Minuti di Lettura
Martedì 7 Giugno 2022, 21:50

Sono passati 3 anni e 7 mesi da quando l'ex capitano del Palermo, Fabrizio Miccoli, è stato condannato in via definitiva con l'accusa di estorsione aggravata da metodo mafioso. L'ex calciatore, dopo aver scontato la condanna in carcere, ha deciso di rompere il silenzio e di sfogarsi con un lungo post su Instagram.

Leggi anche > Bobo Vieri: «Milan, uno scudetto targato Mancini. Inter? Io non rinuncerei mai a Lautaro»

Nell'ottobre del 2017 fu condannato e lo scorso 13 maggio è tornato in libertà dopo circa 7 mesi di reclusione, seppur con affidamento in prova, e sul profilo ha dichiarato: «Dodici anni fa ho fatto un grosso errore.

Uno di quelli che ti cambiano la vita».  

«Avevo tutto. Ero il capitano del Palermo, facevo il lavoro che avevo sempre sognato di fare fin da bambino e la gente di Palermo mi faceva sentire a casa». La vicenda risale al 2010, quando Miccoli commissionò a Mauro Lauricella, figlio del boss del quartiere Kalsa di Palermo, di recuperare con violenza e minacce circa 12mila euro dall'ex titolare della discoteca «Paparazzi» di Isola delle Femmine.

«Quando sei un calciatore in Serie A hai tante attenzioni - continua Frabrizio Miccoli - tante persone vogliono un pezzo di te. Tanti ti conoscono ma tu non conosci nessuno. Non sai di chi ti puoi fidare. In realtà ho fatto più di un errore. Il primo è stato quello di essere sempre disponibile con tutti. Il secondo è stato quello di usare delle parole sbagliate, che non pensavo e mai penserò».

Il riferimento è alla frase contro giudice Giovanni Falcone, intercettata in una conversazione telefonica tra l'ex calciatore e Lauricella: «Quel fango di Falcone», canticchiavano i due mentre erano in macchina. «Ho chiesto scusa tempo fa per quelle parole e lo faccio nuovamente», scrive Miccoli, che poi ritorna sulla sentenza mai completamente condivisa: «Mi sentivo lontano e sono lontano da quel mondo, ma l'ho rispettata presentandomi spontaneamente il giorno seguente in un carcere di massima sicurezza, sempre per scelta mia, per scontare la mia pena. Un giorno lì dentro sembra infinito, 6-7 mesi un'eternità».

Poi l'appello ai suoi follower e a chi ha seguito le sue vicende: «Non chiedo di essere capito, ma voglio chiarire la mia posizione, dire la mia anziché farla dire agli altri». Poi il ringraziamento a chi, nonostante tutto, lo ha sempre sostenuto: la famiglia, gli avvocati e i tifosi: «In questi anni non hanno chiesto spiegazioni, mi hanno supportato e mostrato un amore, un affetto che mai avrei pensato».

E, infine, la speranza per una seconda opportunità, per una vita che ancora può riservargli tante gioie: «Ho quasi 43 anni e spero di recuperare e mostrare il vero Fabrizio Miccoli».

© RIPRODUZIONE RISERVATA