Anna Cherubini (sorella di Jovanotti) e l'amicizia con Emanuela Orlandi: «Quando sparì realizzai che il Vaticano non era così sicuro»

Anna Cherubini e il fil rouge che la lega a Emanuela

Anna Cherubini (sorella di Jovanotti) e l'amicizia con Emanuela Orlandi: «Quando sparì realizzai che il Vaticano non era così sicuro»
Anna Cherubini (sorella di Jovanotti) e l'amicizia con Emanuela Orlandi: «Quando sparì realizzai che il Vaticano non era così sicuro»
di Redazione web
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Sabato 20 Aprile 2024, 15:01 - Ultimo aggiornamento: 15:03

Anna Cherubini, sorelle di Lorenzo (Jovanotti), ha svelato di avere un legame con la «Vatican Girl» Emanuela Orlandi. Le loro vite si sono incrociate fino al 22 giugno 1983, giorno in cui l'allora 15enne sparì. Sappiamo che Emanuela viveva con la sua famiglia all'interno del Vaticano e anche il papà del cantante romano e di Anna lavoravà lì: Mario Cherubini era un gendarme quando il papa era Giovanni XXIII.

Dopo 40 anni però, Emanuela non è stata ancora trovata e la verità sembra sempre più lontana nonostante il fratello Pietro continui a lottare, lo Stato sembri collaborare di più rispetto al passato e per volere di Papa Francesco, l’anno scorso, è stata aperta un’indagine in Vaticano. Anna svela i suoi ricordi legati ad Emanuela attraverso un libro dal titolo «Diventeremo amiche», edito da Solferino.

Anna racconta a Vanity Fair che l'immagine di Emanuela è stata tratteggiata solo in maniera cupa, mentre lei vuole offire «un ritratto più intimo di Emanuela, scandito da abitudini e passioni adolescenziali».

Ma quando si sono conosciute, e che rapporto avevano le due? «Sin dalle prime volte che ci incontrammo ai giardini vaticani, rimasi colpita dalla sensazione di libertà che emanava attraverso la sua musica. Non era timida né smaliziata, era proprio come me. Per questo desideravo tanto diventare sua amica. Era una ragazza libera nel senso più nobile del termine, non aveva paura e aveva una vita davanti per realizzare i suoi sogni».

Per la sorella di Jovanotti la scoparsa di Emanuela le ha fatto realizare che «anche in un quel luogo sicuro e protetto poteva accadere qualcosa di terribile a noi ragazze».

La famiglia Cherubini

«All’epoca - racconta a Vanity Fair - si parlava poco in famiglia, ma inevitabilmente eravamo coinvolti. Seppur a differenza della famiglia Orlandi non abitassimo dentro le mura vaticane, eravamo vicini di casa. Mio padre, nel suo ambiente di lavoro, percepiva un’atmosfera di grande tensione che inevitabilmente portava a casa. Non so se all’interno del Vaticano sapessero qualcosa in più che non è mai stato detto, ma conosco bene il senso di giustizia che contraddistingueva mio padre. Se avesse saputo, avrebbe parlato. Anche solo per il bene di una ragazza coetanea della figlia che si ritrovò a dover tranquillizzare».

La scuola di musica

La scuola di musica. Qui si incrociano i destini di Emanuela e Anna. «Pochi giorni prima - racconta la scrittrice -  della sparizione di Emanuela, avevo il problema di come avrei continuato a studiare musica. Erano finite le lezioni che la scuola media offriva gratuitamente di pomeriggio e proprio lei mi aveva parlato di questa scuola di musica del Vaticano, che però era a numero chiuso e non c’erano posti liberi per il nuovo anno scolastico. Mai avrei potuto immaginare che, a distanza di qualche mese, avrei preso il suo posto rimasto vacante a seguito della sua sparizione. Ammetto che inizialmente fu inquietante percorrere la sua stessa strada e svolgere le sue stesse attività. Mi sentivo come una sua ombra. Quando uscivo da lezione era buio e, intimorita, temevo potessi essere la prossima ragazza scomparsa».

A distanza di parecchi anni, grazie all’incontro con Andrea Purgatori, è tornata a visitare
quella scuola di musica. «L’incontro con Andrea Purgatori è stato fondamentale per la stesura di questo libro. Proprio lui mi ha convinta a tornare in quella scuola per rimettere insieme il puzzle dei ricordi. Ma niente è più
come prima: ora quell’edificio ospita la Pontificia Università della Santa Croce».

Ombre e disagio

C'è un episodio Anna Cherubini racconta. A lggerlo vengono i brividi, forse perché la storia di Emanuela davvero forte. «Alle lezioni di solfeggio partecipavano anche sacerdoti di mezza età. Capitava di averne uno proprio accanto, mi chiedeva di leggere sullo stesso libro. Una volta, mi sono accorta che faceva qualcosa di strano con il respiro, forse ansimava. Ma ai tempi non interpretai questo gesto con malizia. Con le mie compagne decidemmo di occupare un’intera fila per evitare che i sacerdoti si sedessero accanto a noi e fortunatamente non ci fu un seguito. Però ricordo quest’episodio con disagio».

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