Il Dpcm in vigore scadrà il prossimo 6 aprile ma già si pensa a cosa potrà cambiare dopo la scadenza e cosa resterà uguale per cercare di continuare a contenere i contagi di Covid sul terrirorio nazionale. Già si parla di un prolungamento delle misure più restrittive fino all'11 aprile ma altre cose potrebbero cambiare come la riapertura delle scuole anche nelle zone rosse.
Ieri il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha incontrato il Comitato tecnico-scientifico e il ministro della Salute, Roberto Speranza, per fare il punto sulla curva epidemiologica. Per ora non è stata presa alcuna decisione, se non l'ipotesi di prorogare per 7 o 10 giorni appunto le misure più stringenti. Tra le ipotesi di cambiamento c'è però la scuola, come proposto dalla ministra per la Famiglia, Elena Bonetti, e condivisa da tanti partiti ed esponenti della maggioranza, si chiede di poter riaprire le scuole in zona rossa.
La scuola sembra essere uno dei punti cruciali del Governo, come spiega lo stesso Draghi: «È bene cominciare a pianificare le riaperture: speriamo di riaprire le scuole fino alle primaria dopo Pasqua», ha spiegato sottolineando che la campagna di vaccinazione aiuterà in tal senso e che andrà sempre migliorando visto che oltre agli attuali 3 vaccini, tutti perfettamente sicuri, ha specificato, ne è in arrivo un quarto di Johnson. «Se la situazione epidemiologica lo permette cominceremo a riaprire la scuola in primis e almeno le scuole primarie e dell'infanzia anche nelle zone rosse allo scadere delle attuali restrizioni, e quindi speriamo subito dopo Pasqua», ha aggiunto.
Se la curva epidemiologica dovesse abbassarsi l'ipotesi, secondo il ministro dell’Economia, Daniele Franco, è di avere piccole aperture dopo Paqua: «Pensiamo che dopo la Pasqua la situazione migliorerà gradualmente e poi ci muoveremo con gradualità verso una situazione più normale a maggio e giugno: questo grazie alla disponibilità dei vaccini e all’aiuto che arriva dalla stagione più calda».
Altro punto vagliato dal Governo è il piano di vaccinazione. L’obiettivo è evitare che le Regioni vadano in ordine sparso, soprattutto per quanto riguarda i criteri di vaccinazione e le categorie a cui somministrare prima le dosi. Resta fermo il criterio su cui si procederà con la campagna vaccinale, ovvero per fasce di età.