Dpcm Natale, è scontro Governo-Regioni. Toti: «Ci sono cose che non hanno senso». Emiliano: «Serve chiarezza»

Dpcm Natale, è scontro Governo-Regioni. Toti: «Hotel aperti in montagna? Non ha senso». Emiliano: «Serve chiarezza»
Dpcm Natale, è scontro Governo-Regioni. Toti: «Hotel aperti in montagna? Non ha senso». Emiliano: «Serve chiarezza»
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 2 Dicembre 2020, 22:18 - Ultimo aggiornamento: 3 Dicembre, 11:03

Il nuovo dpcm di Natale non è ancora noto, sebbene alcune misure sembrano quasi sicure, ma tra il Governo centrale e le Regioni è già scontro. I governatori di Puglia e Liguria, Michele Emiliano e Giovanni Toti, hanno subito mandato frecciatine all'esecutivo dopo le ultime voci sulle misure che faranno parte del decreto che dovrebbe regolamentare le feste natalizie.

«Se quello che sento sul Dpcm è vero, prevedo una notte e mattinata davvero difficili. Chiudere gli spostamenti tra regioni e comuni e tenere aperti alberghi e ristoranti di montagna non ha alcun senso, non avranno clienti. Con i Comuni chiusi non si può fare nulla», ha detto Toti, ospite a 'Stasera Italia'. «Al governo chiediamo una sola cosa: chiarezza - ha rincarato la dose Emiliano, anche lui ospite di 'Stasera Italia' - La Puglia per il nuovo Dpcm chiederà di fare al più presto, quantomeno per avere le idee chiare su cosa fare in un periodo di vitale importanza. Il governo fa a modo suo, ma le regioni hanno esigenze diverse. C'è il serio rischio di fare cosa sbagliate durante il Natale». 

LA LINEA DURA I ristoranti aperti a pranzo anche a Natale e Capodanno, il coprifuoco alle 22 e il divieto di cenoni negli alberghi il 31 dicembre. E ancora, il divieto di spostarsi da una Regione all'altra se non per lavoro o salute, per raggiungere la residenza o per «necessità», autocertificate, come quella di «assistere un genitore solo».

Il divieto di uscire dal proprio Comune il 25 e 26 dicembre. E la raccomandazione a non sedersi a tavola, anche dentro casa, nelle festività con persone non conviventi. Sarà un decreto del presidente del Consiglio, tra qualche ora, a segnare i confini di quello che Roberto Speranza annuncia al Parlamento come un Natale «diverso dagli altri».

La linea dura del governo è acclarata: dal 21 dicembre al 7 gennaio (ma le date potrebbero ancora variare) limitazione degli spostamenti e «lotta» agli assembramenti, a partire dalla chiusura delle piste da sci. Ma non tutto è deciso, a partire dalla scuola. E su quanto debba essere davvero dura in concreto la linea, va in scena fino all'ultimo un durissimo braccio di ferro: al Senato esplodono le tensioni nella maggioranza, Italia viva e una minoranza del Pd chiedono di permettere i ricongiungimenti familiari anche fuori regione e allentare la morsa del Natale.

IL CONFRONTO CON LE REGIONI Si deciderà dopo un nuovo confronto con le Regioni, alle quali la bozza del testo dovrebbe essere inviata nella notte per ricevere poi i loro rilievi. «Siamo a disposizione H24», assicura il veneto Luca Zaia, che come Stefano Bonaccini benedice l'idea di tenere aperti i ristoranti a pranzo anche a Natale e Capodanno. È innanzitutto dal Parlamento, però, questa volta, che al governo arrivano forti resistenze. Speranza al Senato e alla Camera illustra la linea concordata nel governo in un lungo vertice martedì notte. Si dice fiducioso che presto l'indice RT possa calare sotto 1 ma avverte che il «raggio di sole» non vuol dire «pericolo scampato»: «Se abbassiamo la guardia la terza ondata è dietro l'angolo».

© RIPRODUZIONE RISERVATA