Dj morto suicida, perizia sulla lettera di addio: per i genitori non fu lui a scriverla. «Non si è ucciso»

Dj morto suicida, perizia sulla lettera di addio: per i genitori non fu lui a scriverla. «Non si è ucciso»
Dj morto suicida, perizia sulla lettera di addio: per i genitori non fu lui a scriverla. «Non si è ucciso»
2 Minuti di Lettura
Lunedì 28 Ottobre 2019, 16:39
È ancora giallo sulla morte di Dj Navi, alias Ivan Ciullo, il dj salentino trovato impiccato a un albero di ulivo il 22 giugno 2015 nelle campagne di Acquarica del Capo, provincia di Lecce: il sostituto procuratore di Lecce Maria Vallefuoco ha conferito oggi la consulenza grafologica sulla lettera di addio trovata nell'auto di Ivan. A svolgere l'incarico sarà la dottoressa Luciana Schirinzi, mentre i familiari di Ivan hanno nominato come consulente di parte il professor Maurizio D'Adamo.

Leggi anche > Dj Navi, morto impiccato: riaperta l'indagine, per la famiglia non fu un suicidio

L'esame riguarderà la lettera su cui compare la frase scritta a penna «X Mamma e Sergio», mentre la presunta lettera di addio è un foglio scritto al computer non firmato. La perizia grafologica dovrà accertare se quelle parole sulla busta siano state scritte o meno da Ivan Ciullo, o da altra persona, come ritengono i genitori del ragazzo che non hanno riconosciuto la grafia del figlio.

Nei giorni scorsi è stata inoltre depositata presso la Procura di Lecce la consulenza tecnica informatica svolta dall'ingegnere Luigina Quarta, consulente nominato dai genitori, sui due telefoni cellulari in uso ad Ivan, dissequestrati di recente: 40 giga di dati scaricati, per 15 mila pagine da cui emergono nuovi importanti elementi investigativi.
Un lavoro che ha portato alla luce anche i file cancellati, i registri delle chiamate, in entrata e in uscita e altri dati che erano stati considerati irrecuperabili. Dati risalenti alle ultime ore di vita del giovane che dimostrerebbero come uno dei cellulari sia stato utilizzato ben oltre la presunta ora della morte ipotizzata dai periti della Procura. 
© RIPRODUZIONE RISERVATA