Denise Pipitone, a "Storie Italiane" i "misteri" del rapimento. «La bara bianca e quelle intercettazioni...»

Denise Pipitone
Denise Pipitone
di Danilo Barbagallo
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Martedì 11 Maggio 2021, 11:59 - Ultimo aggiornamento: 18:10

"Storie Italiane", programma condotto su Rai 1 da Eleonora Daniele, torna ad occuparsi del caso del rapimento di Denise Pipitone, la bambina scomparsa nel 2004 a Mazara Dal Vallo. Molti sono gli interrogativi sul rapimento di Denise Pipitone, confermati dalle parole dell'ex procuratore di Marsala, Alberto Di Pisa, che si è occupato del caso.

Denise Pipitone, accertamenti su una ragazza di Scalea di origine rom

Nel corso della ricostruzione del rapimento di Denise Pipitone a “Storie italiane” anche l'intervento dell'ex procuratore di Marsala, Alberto Di Pisa, che si è occupato al tempo del caso, secondo cui la soluzione va cercata in ambito familiare: “ Jessica e la mamma per la legge non sono responsabili perchè assolte – ha spiegato ai microfoni della trasmissione -  ma la mia tesi e della procura di allora è che la bambina sia stata prelevata da Jessica, che nutriva rancore nei suoi confronti. Può darsi che poi abbia cercata di portarla a casa del padre, ma lui in quel momento era assente perché al lavoro. Cosa sia successo poi non è stato possibile stabilirlo. La motivazione va quindi ricercata in ambito familiare, in particolare nel rancore che Jessica covava nei confronti del padre e quindi della bambina. Sicuramente sa come stanno le cose il suo fidanzato dell'epoca, un ragazzo tunisino. (…) Noi abbiamo un'intercettazione in cui Jessica dice che “a casa l'ho portata” e da lì stata probabilmente traferita da qualcuno in un campo di zingari.

La bambina della famosa foto a Milano è Denise, perchè ha il suo stesso taglio sul viso  e parla il dialetto locale. Quando la Corona fa una specie di interrogatorio alla figlia e le chiede se è stata lei, in realtà è una recita perché sapeva di essere intercettata".

Le intercettazioni infatti sembrano non aver funzionato in modo adeguato: “C'è il dubbio che gli interessati lo sapessero. La Corona aveva un amica con cui si sentiva 3 o 4 volte al giorno e improvvisamente hanno interrotto i contatti. L'amica era fidanzata con il dirigente del commissariato di pubblica sicurezza di Mazara che curava le intercettazioni e con cui poi si è sposata. Senza fare illazioni, se parli così tanto e poi smetti evidentemente qualcuno ti ha detto che sei intercettata (…) La cosa è emersa dagli atti ma poi non ha avuto nessun seguito”

Ci sarebbero dei problemi anche per quanto riguarda gli orari: “Alcune cose - ha continuato l'ex procuratore – non sono state approfondite. Il rapimento è avvenuto alle 12 e secondo le firme dei registri delle presenze risulta che la Corona si è allontanata del suo lavoro in lavanderia solo alle 15. Ho fatto fare una perizia e la calligrafia è risultata appartenere a una sua collega”.

Mentre a Scalea una ragazza di 21 anni che si chiama Denise si sottoporrà al test del Dna, l'ex procuratore ammette che durante le indagini si è ipotizzata anche la morte della piccola: “A un certo punto è arrivata una lettera anonima che diceva che la piccola era stata uccisa e seppellita in un terreno vicino a Mazara Del Vallo, in aperta campagna. Ho fatto scavare, sostenendo anche spese notevoli, trovando stranamente una bara bianca piccola vuota. Abbiamo fatto le analisi, anche se con materiale scadente, ma non abbiamo avuto riscontri”.

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