Covid in Sicilia, dati e tamponi alterati per evitare la zona rossa. Indagato l'assessore Razza: «Mi dimetto»

Covid in Sicilia, dati e tamponi alterati per evitare la zona rossa. Indagato l'assessore Razza: «Mi dimetto»
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Martedì 30 Marzo 2021, 08:50 - Ultimo aggiornamento: 13:34

Avrebbero alterato i dati sulla pandemia (modificando il numero dei positivi e dei tamponi) diretto all'Istituto Superiore di Sanità, condizionando i provvedimenti adottati per il contenimento della diffusione del virus. Con questa accusa i carabinieri del Nas di Palermo e del Comando Provinciale di Trapani stanno eseguendo un'ordinanza di misura cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di alcuni appartenenti al Dipartimento Regionale per le Attività Sanitarie e Osservatorio Epidemiologico (Dasoe) dell'Assessorato della Salute della Regione Siciliana.

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Le accuse sono: falso materiale ed ideologico. Ai domiciliari sono finiti la dirigente generale del Dasoe Maria Letizia Di Liberti, il funzionario della Regione Salvatore Cusimano e il dipendente di una società che si occupa della gestione informatica dei dati dell'assessorato Emilio Madonia. L'inchiesta nasce dalla scoperta che in un laboratorio di Alcamo (Tp), da qui la competenza della Procura di Trapani, erano stati forniti dati falsati su decine di tamponi. I pm hanno avviato accertamenti che sono arrivati all'assessorato regionale. Diverse intercettazioni confermerebbero l'alterazione dei dati inviati all'iss. 

Il gip: disegno politico scellerato

Parla di «disegno politico scellerato» il gip di Trapani che, accogliendo la richiesta della Procura, ha messo ai domiciliari una dirigente e un funzionario dell'assessorato regionale alla Salute e il dipendente di una società informatica accusati di aver mandato all'Istituto Superiore di Sanità dati falsi sull'andamento della pandemia nell'isola. Positivi e decessi «spalmati» nel tempo per evitare, secondo gli inquirenti, che la Sicilia fosse messa in zona rossa. Nell'indagine è coinvolto anche l'assessore alla Salute Ruggero Razza, mentre - scrive il gip- «sembra estraneo il presidente della Regione Musumeci, che pare tratto in inganno dalle false informazioni che gli vengono riferite». Oltre ai tre ai domiciliari sarebbero indagati il vice capo di gabinetto dell'assessorato Ferdinando Croce e il dirigente Mario Palermo.

Musumeci: sorpreso, ho fiducia in Razza

«Ho letto le agenzie, inutile dire che in questi casi si resta sorpresi. Noi le zone rosse le abbiamo anticipate non nascoste: è storia. Ma bisogna avere rispetto per la magistratura, ho fiducia nell'assessore Ruggero Razza, se fosse responsabile da solo adotterebbe le decisioni consequenziali. Bisogna essere sereni e fiduciosi, sono convinto che la verità emergerà prestissimo». Così il governatore della Sicilia, Nello Musumeci, commenta a Omnibus su La7, l'inchiesta che ha portato ad arresti per alterazione dei dati su tamponi e positivi trasmessi all'Iss in cui è coinvolto come indagato, l'assessore alla Salute Razza.

L'assessore Razza si dimette

«Ho chiesto al presidente Musumeci di accettare le mie dimissioni». Così l'assessore regionale alla Salute in Sicilia, Ruggero Razza, indagato dalla Procura di Trapani nell'inchiesta sulla presunta trasmissione di dati falsi all'Iss per alterare le informazioni sul Covid. «Per sottrarre il governo da inevitabili polemiche ho chiesto al presidente della Regione di accettare le mie dimissioni», dice Razza. E aggiunge: «Alla luce della indagine della Procura di Trapani che mi vede indagato, nel confermare il massimo rispetto per la magistratura, desidero ribadire che in Sicilia l'epidemia è sempre stata monitorata con cura, come evidenzia ogni elemento oggettivo, a partire dalla occupazione ospedaliera e dalla tempestività di decisioni che, nella nostra Regione, sono sempre state anticipatorie».

Quindi afferma che «non avevamo bisogno di nascondere contagiati o di abbassare l'impatto epidemiologico, perché proprio noi abbiamo spesso anticipato le decisioni di Roma e adottato provvedimenti più severi». Sulla contestazione relativa alla presunta alterazione dei dati, Razza sostiene che «i fatti che vengono individuati si riferiscono essenzialmente al trasferimento materiale dei dati sulla piattaforma che sono stati riportati in coerenza con l'andamento reale dell'epidemia, tenuto conto della circostanza che sovente essi si riferivano a più giorni e non al solo giorno di comunicazione».

«Come sempre, il fenomeno della lettura postuma delle captazioni può contribuire a costruire una diversa ipotesi che, correttamente, verrà approfondita dell'autorità giudiziaria competente individuata dal gip - prosegue Razza - Ma deve essere chiaro che ogni soggetto con l'infezione è stato registrato nominativamente dal sistema e nessun dato di qualsivoglia natura è mai stato artatamente modificato per nascondere la verità».

E spiegando le sue dimissioni, conclude: «Ciò nonostante, soprattutto nel tempo della pandemia, le istituzioni devono essere al riparo da ogni sospetto».

Palermo doveva essere zona rossa

Palermo e la provincia lo scorso 19 marzo dovevano diventare zona rossa. Lo dicevano i dati. È quanto emerge da alcune conversazioni tra la dirigente generale del Dasoe Maria Letizia Di Liberti e l'assessore alla Salute Ruggero Razza. Entrambi sono indagati perchè avrebbero comunicato dati sui contagi falsi all'ISS. La dirigente chiama l'assessore per informarlo della situazione pandemica Covid-19 nella città di Palermo e nella provincia, in quanto dai dati disponibili i contagi giornalieri sono molto preoccupanti e si attestano sui 500 nuovi casi, di cui 255 soggetti positivi nel capoluogo e 245 nella provincia.

La dirigente dice che bisogna istituire la «zona rossa» quanto meno nel capoluogo siciliano, in quanto è stato superato l'indice di contagio di 250 casi su 100.000 abitanti su base settimanale. L'assessore risponde di valutare meglio la situazione prospettata e afferma che vuole informare il Presidente della Regione. «Ruggero, secondo me, noi, Palermo dobbiamo fare zona rossa. 500 positivi solo in provincia di Palermo, di cui 250», dice Di Liberti. «Oggi?» chiede Razza. «Sì, di cui 255 solo in città. Ti mando ora tutti i comuni della provincia. Abbiamo controllato i laboratori, i comuni - aggiunge Di Liberti - è che ci sono in tanti comuni, ci sono comuni con 39, 29, ci sono nuovi focolai». «Stasera ne dobbiamo parlare, voglio anticiparlo al Presidente», conclude Razza.

E in effetti l'assessore Razza informa il presidente Musumeci della drammatica situazione dei contagi da Covid-19 venutasi a creare a Palermo e nella Provincia, confermandogli che è stata superata la quota di 250 contagi per 100.000 abitanti e si impone la necessità di instituire la «zona rossa». I due concordano nel dover informare preventivamente le istituzioni locali, il presidente dell'Assemblea Regionale Siciliana Gianfranco Micciché e il sindaco di Palermo Leoluca Orlando. «Ti volevo dire che abbiamo una situazione molto difficile a Palermo e provincia. La incidenza ha superato la quota dei 250 per 100.000 abitanti e solo oggi superiamo i 400 casi solo a Palermo», dice Razza. «Minchia», risponde Musumeci. «Si impone la necessità di dichiararla zona rossa. - riprende l'assessore - Su tutta la provincia. Questo ovviamente, secondo me, dobbiamo un attimino calibrarlo e capire come farlo. Non so se tu vuoi sentire Orlando». «E certo», risponde Musumeci.

«Il Dipartimento farà la proposta questa sera, - aggiunge Razza - decidiamo se glielo vogliamo dire oggi o se glielo vogliamo dire domani, perché se glielo diciamo ad Orlando, Orlando se la vende subito». «Sì, se la vende subito, il problema - aggiunge Musumeci - è capire se siamo in condizione di potere avvisare poi domani in tempo utile. Questo è il discorso, perché non è che glielo possiamo comunicare due ore prima alla gente». Il 20 marzo Musumeci parla con Razza, al quale chiede come mai non lo abbia più informato sulla istituzione della «zona rossa» a Palermo. Razza - scrive il gip «tergiversa nella risposta, racconta che non è più necessaria la istituzione della zona rossa in quanto, dall'analisi dei dati, hanno accertato che l'area interessata (Palermo e Provincia) si trova al di sotto della soglia di 250 contagi per 100.00 abitanti». 

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