Covid, i medici: «Se i casi continuano a salire, quarta dose del vaccino prima dell'autunno»

Anelli: "Contagi sottostimati". ieri 77.621 nuovi casi

Covid, i medici: «Se i casi continuano a salire, quarta dose del vaccino prima dell'autunno»
di Enrico Chillè
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Giovedì 31 Marzo 2022, 06:20 - Ultimo aggiornamento: 10:49

Oggi termina lo stato di emergenza, ma la fine della pandemia è tutt’altro che vicina. Lo confermano gli ultimi dati, con Omicron 2 che fa volare ancora i nuovi contagi e con l’aumento della pressione ospedaliera. Al punto che l’Ordine dei medici invita il Governo a riflettere su un anticipo della quarta dose per anziani e pazienti fragili.

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EFFETTO OMICRON 2
Nella giornata di ieri, in Italia, sono stati accertati 77.621 nuovi casi (il tasso di positività sfiora il 15%) e 170 decessi, con un sensibile aumento dei ricoveri ordinari (+131 in un giorno) e un calo lieve delle terapie intensive occupate (-7 il saldo in 24 ore).


VACCINO, QUARTA DOSE IN ANTICIPO?
La quarta dose, per anziani e fragili, era stata programmata per l’inizio dell’autunno.

I medici invitano però il Governo a valutare tempi più stretti. «I dati non sono confortanti: se continua così, la quarta dose sarà uno strumento da utilizzare anche a breve termine. Probabilmente dovremmo proteggere anziani e fragili prima dell’autunno» - ha spiegato Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri (Fnomceo) - «Il numero dei contagi è salito molto e quello dei decessi non scende rapidamente. Molti reparti sono pieni e i casi sono sottostimati, anche perché con la diffusione dei test fai-da-te è definitivamente saltato il contact tracing, quindi non possiamo avere la misura reale dei contagi».


GLI OSPEDALI SI RIEMPIONO
I dati Agenas confermano quanto denunciato dal dottor Filippo Anelli. L’occupazione dei reparti Covid ordinari negli ospedali italiani è ferma ad una media del 15%, ma cresce a livello giornaliero in ben 10 regioni, superando il 20% in sette (Abruzzo, Calabria, Umbria, Basilicata, Sicilia, Marche e Puglia).
L’occupazione delle terapie intensive resta stabile al 5% per quanto riguarda la media italiana, ma resta alta in Sardegna (11%) e in Calabria (10%, nonostante il calo giornaliero). Rispetto a un anno fa, quando la campagna vaccinale era ancora agli inizi e in Italia si affermava la variante Delta, la situazione è comunque decisamente più rosea: alla fine di marzo 2021, la media italiana era del 44% per l’occupazione dei reparti ordinari e del 41% per le terapie intensive

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