Covid, Oms: «Dieci milioni di casi in Europa, 1,5 milioni in una settimana»

Covid, Oms: «Dieci milioni di casi in Europa, 1,5 milioni in una settimana»
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Giovedì 29 Ottobre 2020, 19:14 - Ultimo aggiornamento: 19:21

L'Europa ha registrato la più alta incidenza settimanale di casi di Covid-19 dall'inizio della pandemia, con oltre 1,5 milioni di casi segnalati negli ultimi 7 giorni. Il numero totale di casi confermati è passato da 7 a 9 milioni in soli 14 giorni e, oggi, l'Europa ha superato il traguardo dei 10 milioni di casi. Lo ha reso noto il direttore di Oms Europa Hans Kluge nel corso di una riunione con i ministri della Salute, secondo quanto riporta un comunicato.

Nella maggior parte dei paesi europei - spiega l'Oms - si osserva un'incidenza molto elevata di oltre 200 casi per 100.000 abitanti nell'arco di 14 giorni. I ricoveri sono aumentati a livelli mai visti dalla primavera (oltre 10 ogni 100.000 abitanti in un terzo dei paesi). Anche la mortalità ha subito un forte aumento (un aumento del 32% in tutta la regione la scorsa settimana). Il virus si è diffuso di nuovo nei gruppi più anziani e a rischio. Kluge aggiunge che, poiché i sistemi di test non hanno tenuto il passo in un contesto di trasmissione ad altissima velocità, i tassi di positività hanno raggiunto nuovi massimi, con livelli superiori al 5% nella maggior parte dei paesi europei. 

Mentre i casi schizzano in alto in tutta Europa, «possiamo ancora intraprendere azioni che fanno la differenza e salvano vite senza incidere sui mezzi di sussistenza.

Uno studio dell'Ihme suggerisce che l'uso sistematico e generalizzato di mascherine, a un tasso del 95% della popolazione fin da subito, può salvare fino a 266.000 vite entro il 1 febbraio nei nostri 53 Stati». Lo ha affermato Hans Kluge, direttore regionale dell'Organizzazione mondiale della sanità per l'Europa, in un emergency meeting dei ministri della Salute europei sulle proiezioni relative alla pandemia di Covid per l'inverno. I dati «suggeriscono anche che incoraggiare le persone a lavorare da casa ove possibile, limitare i grandi raduni e chiudere proporzionalmente i luoghi in cui le persone si riuniscono può fare molto per preservare vite e mezzi di sussistenza. D'altra parte, i bambini e gli adolescenti non sono considerati fattori primari della trasmissione di Covid-19. Pertanto, la chiusura delle scuole non è considerata una misura indispensabile e dovrebbe continuare a essere considerato un intervento di ultima istanza», ha aggiunto Kluge.

Ancora Kluge: «Mentre a marzo i fattori critici della pandemia in Europa erano le unità di terapia intensiva, i ventilatori e i dispositivi di protezione individuale, oggi l'unico tema di maggiore preoccupazione è il personale sanitario. La nostra forza lavoro sanitaria è esausta».

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