Covid, Speranza: «Dati in crescita, niente illusioni. Mascherine anche all'aperto»

Covid, Speranza: «Dati in crescita, niente illusioni. Mascherine anche all'aperto»
Covid, Speranza: «Dati in crescita, niente illusioni. Mascherine anche all'aperto»
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Martedì 6 Ottobre 2020, 10:36 - Ultimo aggiornamento: 19:26

La situazione coronavirus in Italia è migliore di altri Paesi, ma bisogna tenere alta l'attenzione e non bisogna farsi illusioni.  Ne è convinto il ministro della Salute, Roberto Speranza, che alla Camera ha illustrato i contenuti del nuovo Dpcm per il contenimento della pandemia da Covid-19. «È sotto gli occhi di tutto che il quadro internazionale e nazionale segnali una mutazione di fase rispetto ai mesi passati. Nel mondo i contagiati superano i 35 milioni con oltre 1 milione di decessi, e l'Ecdc posiziona l'italia al 45esimo posto - ha detto il ministro - In tutti i paesi c'è un'iinversione di marcia e si stanno ripristinando misure restrittive: l'Italia sta meglio in questo momento e sta reggendo meglio questa seconda ondata, ma non dobbiamo farci illusioni e sarebbe sbagliato sulla base dei numeri credere di esserne fuori».


Nel Dpcm
«valutiamo l'estensione dell'obbligo delle mascherine anche all'aperto. In maniera continuativa in ogni situazione in cui c'è il rischio di incontrare persone non conviventi», ha detto il ministro che ha aggiunto: «Lavoriamo per aumentare i livelli dei controlli perché gli assembramenti sono un rischio reale che non possiamo permetterci. Dobbiamo ricordare le regole essenziali come il lavaggio delle mani, oltre al'uso delle mascherine. Sarebbe profondamente sbagliato dividersi su queste che sono le indicazioni della comunita scientifica per provare a contrastare il virus».

Massima attenzione


C'e dunque, secondo il ministro, «una fase di peggioramento oggettivo e dentro questa fase l'Italia sta meglio, ma da 9 settimane la tendenza è di una crescita del numero dei casi. Inoltre nella prima fase il virus aveva colpito un'area del paese precisa, ora c'è un elemento di novità perchè non c'è più una dinamica di territorialità, con un pezzo del Paese molto colpito ed un altro colpito in modo solo marginale. In questa seconda fase non è più così è c'è una crescita diffusa e generalizzata e nessuna realtà è fuori dai rischi. C'è bisogno della massima attenzione in ogni angolo del paese». Insomma, per Speranza «bisogna ripristinare la massima collaborazione tra Stato e Regioni, con le quali abbiamo avuto un incontro e prima della firma del Dpcm ne avremo un altro».

«Impatto basso nelle scuole»


«Penso che sia ancora presto per un giudizio definitivo sulla capacità del Paese di mantenere un livello basso di contagio nelle scuole, ma i primi numeri segnalano un impatto basso e buona capacità di tenuta. I casi ci sono e ci saranno nelle prossime settimane, ma i protocolli che abbiamo individuato in questo momento sono solidi e se rispettati con rigore possono consentirci di gestire la partita delle scuole».
 

Il boom di test


«Stiamo rafforzando la nostra capacità di testing, che come è noto è un'arma fondamentale per gestire questa fase di transizione. Abbiamo superato nei giorni scorsi la soglia dei 120mila test al giorno. Una soglia molto più alta rispetto a quella che avevamo raggiunto in precedenza», ha sottolineato Speranza. «Quando sono stato in Aula l'ultima volta, avevamo indicato in 100mila la soglia record di quel momento ora siamo a 120mila e dobbiamo ancora lavorare per crescere e rendere la nostra capacità di testing la più forte, la più rapida e la più veloce possibile», sostiene il ministro. «Oltre ai test molecolari classici, che rappresentano il gold standard, il riferimento più solido per la diagnosi - elenca Speranza - abbiamo utilizzato ormai dal 13 di agosto, a partire dall'esperienza degli aeroporti, i test antigenici. È stata un'esperienza che abbiamo verificato per più settimane e che ha dato risultati incoraggianti. Con una circolare del ministero della Salute abbiamo allargato l'ambito di utilizzo anche fuori, a partire proprio dai luoghi in cui è indispensabile una capacità di testing rapida e veloce».

Quanto ai controlli su chi arriva da Paesi a rischio «noi adatteremo le misure del Governo a seconda dell'evoluzione epidemiologica dei singoli Paesi». L'auspicio, conclude, «è che si possa arrivare anche a un utilizzo significativo dei test salivari, che hanno un grande vantaggio, cioè sono meno invasivi rispetto al tampone classico, e possono metterci in condizione di un migliore utilizzo in modo particolare rispetto ai più piccoli».


 
 
 
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