Covid e influenza, la prossima stagione potrebbe portare una doppia epidemia

Con la diffusione dei vaccini e la diminuzione di misure anti-Covid potrebbe tornare l'influenza stagionale con l'arrivo dei primi freddi. Secondo gli esperti tra la fine del 2021 e l'inizio del 2022 si potrebbe avere persino una doppia epidemia

Covid e influenza, la prossima stagione potrebbe portare una doppia epidemia
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Mercoledì 29 Settembre 2021, 15:58 - Ultimo aggiornamento: 11 Ottobre, 10:10

Dopo un anno in cui l'influenza ha graziato gli italiani, con questo inverno potrebbe tornare il virus. Se lo scorso anno tra lockdown e l'uso di mascherine il contagio influenzale è stato veramente molto basso, quest'anno le cose potrebbero cambiare. I vaccini hanno permesso di allentare le misure restrittive e di proteggere la popolazione dal Covid, ma gli altri virus potrebbero farsi sentire.

Il timore è che possa quindi esserci una doppia pandemia o twindemia, di Covid 19 e di influenza, malattie con sintomi molto simili, che possono rendere difficile per i cittadini capire come comportarsi in caso di raffreddori e febbri. Con la maggiore diffusione dei vaccini potrebbero ulteriormente abbassarsi le restrizioni e questo potrebbe esporre di più al contagio influenzale.

Secondo Pregliasco, come riporta La Repubblica, la cosa migliore è aspettarsi lo scenario peggiore per non lasciarsi cogliere impreparati:  «la vaccinazione contro l'influenza diventerà ancora più importante, per prevenire i contagi tra gli anziani e le altre categorie a rischio, e ridurre così il carico di lavoro per il Sistema Sanitario Nazionale». «I sintomi iniziali di Covid e dell'influenza sono effettivamente simili, ma ormai abbiamo imparato a riconoscerli utilizzando il triage, una serie di domande che permettono di effettuare una diagnosi con un'ottima sicurezza», ha spiegato Claudio Cricelli, Presidente della Società Italiana di Medicina Generale (Simg).  Fondamentale, quindi, resterà la prevenzione e in caso di dubbio sarà importante rivolgersi al proprio medico di famiglia che saprà indirizzare sul da farsi. 

Cosa ci aspetta? E come pensano di affrontare i prossimi mesi i cittadini italiani? Se ne è parlato nel corso dell'evento "Influenza e Covid-19: tra varianti e variabili", organizzato da Assosalute, Associazione nazionale farmaci di automedicazione, per presentare i risultati di una survey condotta in collaborazione con Human Highway sull'influenza stagionale e il ruolo della prevenzione e della salute nel nuovo contesto pandemico.

L'influenza che verrà

"Lo scorso anno l'influenza non si è vista, non solo durante il nostro inverno, ma anche in quello dell'emisfero australe, che da noi corrisponde all'estate", ha spiegato Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell'Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano. "Normalmente è proprio a quelle nazioni che guardiamo per prevedere come sarà la nostra stagione influenzale, ma in questi mesi loro hanno applicato le stesse regole di prevenzione usate anche da noi, quindi è difficile immaginare cosa accadrà quando inizieremo ad abbandonarle".

Per precauzione è bene prepararsi allo scenario peggiore, con virus influenzali e parainfluenzali che tornano a macinare milioni di infezioni e Covid 19 che non molla la sua stretta.

In uno scenario simile - chiarisce Pregliasco - la vaccinazione contro l'influenza diventerà ancora più importante, per prevenire i contagi tra gli anziani e le altre categorie a rischio, e ridurre così il carico di lavoro per il Sistema Sanitario Nazionale.

Più attenzione alla salute

La ricerca di Human Highway, condotta online su mille cittadini italiani, rivela che per 8 intervistati su 10 oggi è cresciuta l'attenzione nei confronti del proprio stato di salute, e in particolare per quanto riguarda la prevenzione.

Il 35,4% degli intervistati ha dichiarato infatti di essere intenzionato ad effettuare il vaccino antinfluenzale, una percentuale in forte crescita rispetto al 14% del 2017. Tra questi, un 43% che lo effettua già ogni anno, un 26% che lo farà su consiglio del proprio medico, un 27% che la considera una scelta necessaria a proteggere la salute degli altri, e un 31% che vede il vaccino antinfluenzale come uno strumento necessario per evitare il dubbio di aver contratto Covid 19 in caso di sintomi influenzali, comuni ad entrambe le patologie.

Cosa fare in caso di sintomi?

Come comportarsi dunque in caso di febbre, dolori muscolari, naso che cola, e altri sintomi comuni a molti virus respiratori stagionali? Il 23% degli intervistati ha dichiarato che contatterebbe il proprio medico già alla comparsa del primo sintomo influenzale, mentre il 68,6% aspetterebbe la comparsa di più sintomi per un consulto medico. Il 42,9% degli intervistati è intenzionato inoltre ad affrontare i primi sintomi influenzali con riposo e farmaci da banco, riservandosi di chiamare il medico di famiglia solamente se i disturbi non si risolvono nel giro di tre giorni.

"I sintomi iniziali di Covid e dell'influenza sono effettivamente simili, ma ormai abbiamo imparato a riconoscerli utilizzando il triage, una serie di domande che permettono di effettuare una diagnosi con un'ottima sicurezza", ha spiegato  Claudio Cricelli, Presidente della Società Italiana di Medicina Generale (Simg)

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