Il Covid attacca e fa chiudere soprattutto le aziende guidate dalle donne: 4 mila imprese sparite nel 2020

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Lunedì 8 Marzo 2021, 08:00 - Ultimo aggiornamento: 10:40

Il Covid imprime una battuta d’arresto alla corsa che stava vivendo da sei anni l’imprenditoria femminile: il bilancio del 2020 certifica infatti un calo dello 0,29% delle aziende guidate da donne, ovvero 4mila attività in meno rispetto al 2019. Proprio le donne hanno pagato il prezzo più alto della pandemia: lo si vede anche sul fronte occupazionale, dove il 70% dei posti di lavoro persi lo scorso anno (secondo Confesercenti) apparteneva a donne. Il calo delle imprese guidate da donne è ascrivibile interamente alle regioni del Centro e del Nord (il Mezzogiorno segna +0,26%). 


Penalizzate di più le imprenditrici giovani, con le aziende guidate da donne under 35 anni (154mila) calate all’11,52% del totale, dal 12,02% del 2019. «Nonostante la sua natura resiliente», l’imprenditoria femminile non è riuscita a sfuggire agli effetti della pandemia, anche «perché - spiega la responsabile nazionale di Impresa Donna, Anna Maria Crispino - le difficoltà poste da lockdown e restrizioni nella dimensione familiare si sono scaricate sulle donne. Molte imprenditrici, in assenza di una rete di welfare che permetta loro di conciliare vita familiare e lavoro, si sono fermate». Ecco perché, aggiunge, «bisogna ripensare gli strumenti di sostegno e creandone di nuovi». 
Se in passato, infatti, spiega l’Uecoop, la maggiore presenza nel settore dei servizi era una peculiarità che garantiva alle donne una maggiore resilienza e capacità di uscire prima dalle crisi, adesso l’emergenza Covid ha stravolto proprio i servizi, dal turismo alla ristorazione.

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