Gioventù bruciata dal Covid, i danni del lockdown: online 3 ore al giorno ma sempre più soli e aggressivi

Gioventù bruciata dal Covid, i danni del lockdown: online 3 ore al giorno ma sempre più soli e aggressivi
di Valeria Arnaldi
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Venerdì 25 Giugno 2021, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 26 Giugno, 14:06

Sfiduciati, soli, forzati in casa, distanti dal gruppo, dall’amore, dal confronto con i coetanei. “Attaccati”, invece, al cellulare - ben il 63% lo usa oltre tre ore al giorno, esclusa la didattica a distanza - per sfuggire la noia, tentare di colmare la distanza dagli amici, a volte perfino per fare “muro” contro gli adulti. Tristi, alcuni infelici, molti nervosi, tanto da diventare aggressivi verso gli altri e se stessi. Bisognosi di attenzioni. In alcuni casi, di cure. È un ritratto a tinte decisamente fosche quello che del mondo adolescenziale in epoca di pandemia emerge dall’indagine effettuata da Cittadinanzattiva, con il sostegno di Assosalute, “Ora parliamo noi. 5713 voci di giovani che guardano al futuro”, su un campione di 5713 giovani, appunto, tra 14 e 19 anni.

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LA PAURA. Sono ben due terzi dei ragazzi ad ammettere di avere timore di contrarre il virus.

Più di uno su tre ha avuto esperienza diretta di persone care contagiate. Ed è quasi uno su quattro ad aver affrontato una perdita a causa del Covid. Nonostante la preoccupazione, il 57% non rinuncia facilmente a scambiare baci e abbracci con gli amici, il 58% anche con parenti non conviventi.

IL DISAGIO. Il frutto delle nuove ansie, per il 58%, si misura in un aumento delle forme di disagio. Tra le principali cause, per il 75%, la lontananza dalle persone più care, per il 74% il divieto di potersi muovere liberamente e, per il 71%, quello di incontrare amici e compagni di scuola. Poi, la noia per il tempo trascorso in casa e l’impossibilità di fare sport. LE EMOZIONI. Gli effetti di tali restrizioni? Il 63% ha sperimentato sbalzi di umore. Il 57% si dice altalenante. Il 53% è annoiato. Il 37% è irritabile. Il 33% è triste, il 32% è privo di interessi, il 30% si sente solo. E ancora, il 24% è arrabbiato, il 22% si sente inadeguato. Non stupisce che sia appena il 33% a dirsi sereno. Ancora più basso il dato di quanti si dichiarano felici: soltanto il 26%.

I COMPORTAMENTI. Nuovi sentimenti che, non di rado, mutano il comportamento. Il 57% ha sperimentato disturbi del sonno. Il 46% disturbi dell’alimentazione. E ancora, il desiderio di stare soli e la consapevolezza di essere iperconnessi. Poi, l’aggressività. Il 32,5% ha sviluppato comportamenti aggressivi, fisici e verbali, verso gli altri. Il 18% è stato protagonista di episodi di autolesionismo. Rientra in questo tema anche il cyberbullismo. Crescono gli episodi. Un ragazzo su sette dichiara di avervi assistito e uno su dieci di esserne stato vittima.

LE REAZIONI. Ognuno cerca un modo o un mezzo per ingannare sofferenza e frustrazione. Il 30% ha aumentato la visione di materiale pornografico, il 31% di consumo di tabacco, il 24% di quello di alcolici, il 23% di uso di droghe. Il 10% di gioco d’azzardo.

LA CURA. E quando il malessere è fisico? Il 68% dei ragazzi chiede aiuto ai genitori, il 49,2% più semplicemente attende per vedere se non si tratti di un disturbo passeggero. Non sono pochi, però, quelli che cercano farmaci. Quasi uno su sei guarda nell’armadietto di casa. Uno su sette cerca in Rete. Tra i prodotti per la salute più usati, integratori alimentari e vitamine. Poi antidolorifici e farmaci da banco. Uno su venti ha fatto ricorso ad ansiolitici e antidepressivi. Per cercare di liberarsi dall’infelicità. Almeno per un po’.

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