«Non c'è una regola comune, che sarebbe peraltro difficile stabilire. Laddove è possibile - spiega don Matteo De Meo - si pratica l'esorcismo con guanti e mascherina, mentre per quanto riguarda i casi più conclamati, anche se non sono così tanti, si cerca di rinviare. In questo periodo più che altro ci sono stati casi legati a problemi spirituali e a situazioni miste: tanti casi legati a psico depressioni».
«Non che il diavolo non agisca più - gli fa eco dalla Svizzera padre Cesare Truqui, erede di padre Amorth - ma per una questione sanitaria. Fatto sta che in tutto questo periodo io ho incontrato pochissime persone, 2 o 3». In Svizzera, riferisce padre Truqui, «non c'è l'obbligo di mascherina. Ma si rispetta la distanza sociale. Poi certo, nel momento dell'imposizione delle mani per scacciare il demonio, la distanza si annulla».
Ecco perché, come spiega l'esorcista, «in questo periodo ci si è applicati soprattutto su un primo dialogo con chi sta male.
Gli esorcisti in generale sono comunque sempre attenti ai bisogni delle persone, anche offrendo un conforto più che altro psicologico via telefono. Io però credo nel potere dell'esorcismo quindi tutt'al più al telefono si dà una benedizione ma a tanti chilometri di distanza non si scaccia Satana».